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Parco della Salute e ospedale Alba-Bra

L’assessore alla Sanità, Antonio Saitta, è nuovamente intervenuto sul finanziamento statale del Parco della Salute di Torino dopo una polemica sollevata dal Movimento Cinque Stelle in Consiglio regionale: “La Regione Piemonte sta lavorando con Finpiemonte e sempre in stretta relazione con il nucleo di valutazione del Ministero per la rimodulazione del finanziamento pubblico relativo alla parte edilizia del Parco della Salute alla luce delle novità introdotte dal nuovo Codice degli appalti. Non si corre però il rischio di perdere nessuna quota di finanziamento e chi sostiene questa tesi solleva un allarme ingiustificato. Del resto la sindaca Appendino è al corrente delle nostre scelte e di come ci muoviamo su questo punto”.

Saitta ha aggiunto che “stiamo lavorando da settimane perché Parlamento e Governo possano modificare questa parte del Codice degli appalti e si possa tornare al limite del 50% per il finanziamento pubblico. Il tema riguarda non solo il Piemonte, ma tutte le Regioni che hanno progetti di edilizia sanitaria in corso e confido sia possibile correggere questa che ritengo una complicazione. In ogni caso la Regione Piemonte utilizzerà interamente i 250 milioni per i quali abbiamo già ricevuto l’approvazione del nucleo di valutazione del Ministero. Se non potremo usarli tutti per la realizzazione, li impiegheremo per l’introduzione di nuove componenti di investimento quali, ad esempio, gli arredi e le grandi tecnologie sanitarie”.

Riguardo al nuovo ospedale di Alba-Bra, l'assessore ha dichiarato ci essere “a disposizione della Procura della Corte dei Conti, che ha riaperto l’indagine sulla sua costruzione. Non solo siamo pronti a collaborare pienamente per fornire tutte le informazioni utili, ma è nostro interesse che si faccia chiarezza su un progetto che abbiamo ereditato dalle amministrazioni regionali che ci hanno preceduto. La situazione del cantiere è tra quelle che sin dall’inizio ha destato maggiore preoccupazione nella Giunta Chiamparino, e più volte io stesso ho indicato il caso di Verduno come un esempio da non seguire nella realizzazione di un nuovo ospedale, in particolare per la scelta del sito. Ciò detto, in questi due anni, con grande senso istituzionale, ci siamo impegnati a reperire le risorse necessarie per garantire il completamento di un’opera che, giunti a questo punto, non poteva certo venire bloccata né rimessa in discussione. Non a caso al nuovo direttore generale dell’asl CN2 Danilo Bono ho assegnato come priorità assoluta, direi emergenziale, il completamento del nuovo ospedale e la chiarezza dei conti nei rapporti con i costruttori”.

Author Gianni Gennaro Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.