Quattro progetti di ricerca per individuare nuove terapie contro il mesotelioma sono stati approvati nel corso della riunione del Comitato strategico amianto tenutasi il 16 maggio in Regione.
Al Comitato, presieduto dal sindaco di Casale Monferrato, hanno partecipato gli assessori regionali alla Sanità e all’Ambiente.
Le ricerche presentate dal professor Giovanni Apolone, coordinatore scientifico del Progetto Mesotelioma e direttore scientifico dell’Istituto nazionale dei tumori, prevedono un finanziamento iniziale di circa 1,2 milioni di euro e una prima rendicontazione scientifica ed economica entro 18 mesi dall'avvio, in base alla quale se ne valuterà la continuazione. L’obiettivo è riscontrare nuove evidenze utili alle cure, in particolare nel campo della medicina personalizzata, studiando l'aspetto genomico del tumore e valutando l'utilizzo di farmaci già esistenti, i possibili aspetti di ereditarietà rilevanti sullo sviluppo dela malattia e la conduzione di trial clinici finalizzati all'applicazione immediata nella pratica.
L'attività sarà portata avanti da quattro team diversi, ognuno con un progetto specifico: dall'Università di Torino presso l'azienda ospedaliera San Luigi di Orbassano (responsabile Giorgio Scagliotti), dai dipartimenti di Scienze della Salute e di Medicina traslazionale dell'Università del Piemonte orientale (responsabili Irma Dianzani e Corrado Magnani), dall'Istituto Mario Negri insieme all'azienda ospedaliera di Alessandria (responsabili Maurizio D'Incalci e Federica Grosso) e dall’Istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori (responsabile Angelo Delmonte).
Per la Regione, come hanno dichiarato i due assessori, si tratta di un passaggio molto importante, che conferisce un valore nazionale all'attività e all'intera ricerca sul mesotelioma con la scelta di professionisti e istituzioni di elevata competenza scientifica, oltre a rafforzare l'attività dell'Ufim con la creazione di una struttura in grado di dare certezze anche per i prossimi anni.
Il Progetto Mesotelioma, voluto e finanziato dall’Associazione familiari vittime amianto, è gestito dall’azienda ospedaliera e dall’Asl di Alessandria e vede il coinvolgimento, per quanto riguarda le attività di ricerca, delle Università di Torino e del Piemonte orientale, dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri e dell’Istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori.