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Presentato il libro “I numeri del cancro in Italia 2017”

Negli ultimi tre anni, le diagnosi di tumore in Piemonte sono aumentate del 9,8%. Nel 2017 nella regione sono stati registrati 30.900 nuovi casi (16.200 uomini e 14.700 donne), nel 2015 le stime erano pari a 28.128 (16.100 uomini e 12.028 donne). Una tendenza che rispecchia quella nazionale con un andamento stabile delle nuove diagnosi fra gli uomini e un incremento fra le donne. Fra i piemontesi i tumori più frequenti sono quelli del colon retto (4.350), seno (4.200) e polmone (3.500). La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è in linea con la media nazionale, raggiunge infatti il 63% fra le donne e il 53% fra gli uomini (in Italia rispettivamente 63% e 54%).

È la fotografia dell’‘universo tumore’ in tempo reale raccolta nel volume “I numeri del cancro in Italia 2017” realizzato dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), dall’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM) e dalla Fondazione AIOM e presentato il 13 febbraio a Torino in Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte.

In Piemonte insomma serve uno sforzo maggiore per migliorare gli stili di vita e raggiungere il grado di prevenzione necessario ad evitare l’aumento dei casi: il 33,4% dei piemontesi è sedentario, il 28,4% è in sovrappeso e l’8% obeso. I fumatori sono il 24,2% della popolazione e il consumo a rischio di alcol riguarda il 19,1% dei cittadini (PASSI 2013-2016). In Piemonte l’ultimo dato Istat disponibile (anno 2014) fa registrare 14.624 decessi attribuibili a tumore: la neoplasia con il maggior numero di decessi è quella del polmone (2.742), seguita da colon retto (1.601), seno (1.071), pancreas (919) e stomaco (695).

Nel 2014 nella Regione il 67% delle donne ha eseguito la mammografia, esame indispensabile per individuare in fase iniziale il tumore del seno (57% Italia); il 53,8% ha aderito al programma di screening cervicale (Pap test +Test HPV) per la diagnosi precoce del tumore del collo dell’utero (40,5% Italia). Leggermente inferiore rispetto al dato nazionale (44%), l’adesione complessiva al test per la ricerca del sangue occulto nelle feci (43,1%) per individuare in fase precoce il cancro del colon retto, che nel 2014 non ha raggiunto lo standard accettabile (>45%).

L’Assessore regionale alla Sanità ha sottolineato che il Piemonte è stata la prima regione a individuare, nell’ambito del proprio Dipartimento di rete oncologica, anche questo unico in Italia, i Centri di riferimento per la cura delle singole patologie tumorali. Si tratta di un provvedimento molto importante, non solo sotto il profilo organizzativo e della razionalizzazione del sistema, ma soprattutto dal punto di vista della qualità delle cure: individuare i centri di riferimento significa fornire ai malati oncologici le risposte più appropriate rispetto alle complessità delle patologie, assicurando qualità delle prestazioni e la presa in carico in tutto il percorso di cura.

 

Author Piero Mora Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.