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Un quadro riassuntivo dei due pilastri della politica agricola comune (PAC) dell’Unione europea
La politica agricola dell’Unione europea assorbe circa il 40% dell’intero budget comunitario e si fonda su 2 pilastri:
- il primo assicura, attraverso il FEAGA (Fondo europeo agricolo di garanzia), aiuti diretti agli agricoltori per oltre 273 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, oltre a misure di mercato per settori specifici;
- il secondo, con oltre 99,6 miliardi di euro, finanzia la programmazione p luriennale dello sviluppo rurale attraverso il FEASR (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale).
In Piemonte, le risorse finanziarie di origine europea sui due “pilastri” prevedono:
- 2,8 miliardi di euro per gli aiuti diretti;
- 465 milioni di euro per lo sviluppo rurale tra il 2014 e il 2020.
Il FEASR concorre, insieme agli altri fondi strutturali e di investimento europei (SIE), alla realizzazione delle priorità della strategia "Europa 2020", nel quadro dell'Accordo di partenariato tra l’Italia e la Commissione europea, per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva dell’Unione. In linea con questa strategia i tre obiettivi della politica di sviluppo rurale prevedono:
- il miglioramento della competitività delle aziende e dell’agricoltura;
- la sostenibilità ambientale e l’adeguamento ai cambiamenti climatici;
- lo sviluppo territoriale equilibrato delle zone rurali (sono definiti “rurali” quei comuni che hanno una densità demografica minore di 150 abitanti/km2 oppure una superficie agroforestale maggiore del 66% del totale)
Sviluppo rurale significa quindi sostegno agli imprenditori agricoli che si impegnano a:
- investire e innovare agire a favore dell’ambiente
- adottare pratiche sostenibili
- preservare il territorio.
Pertanto a ogni intervento finanziato deve corrispondere:
- un cambiamento positivo e misurabile rispetto alla situazione di partenza;
- uno sviluppo equilibrato del territorio.
La politica di sviluppo rurale si attua mediante i PSR, i Programmi di Sviluppo Rurale, della durata di sette anni. Come le altre regioni, il Piemonte ha definito il suo Programma 2014-2020 seguendo regole europee e nazionali, applicandole alle caratteristiche specifiche del proprio territorio.