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La riforma della rete oncologica

Per ogni tipo di tumore il paziente verrą indirizzato nei centri migliori per l'intervento chirurgico

Il Piemonte riordina la rete oncologica: per ogni tipo di tumore il paziente verrà indirizzato nei centri individuati come i migliori per eseguire il relativo intervento chirurgico. Resteranno invece a livello decentrato, con una più capillare diffusione sul territorio, le cure come la chemioterapia e la radioterapia.

I tumori più diffusi (mammella, colon retto, polmone e prostata) saranno operabili in un elevato numero di centri, mentre per quelli più rari si potrà intervenire chirurgicamente in pochissime strutture. E' questo per esempio il caso dei sarcomi muscolo-scheletrici, trattabili con bisturi solo al Cto di Torino, e del cancro al pancreas, che avrà tre soli centri di riferimento a Torino, Cuneo e Novara. I criteri per la scelta sono stati il volume di attività, l'esperienza degli operatori, la dotazione tecnologica presente e l'organizzazione, che è tanto migliore quanto più è interdisciplinare. Chi non manterrà i requisiti perderà la qualifica. Piemonte Nord-Est Piemonte Sud-Est Piemonte Sud-Ovest Torino

La nuova organizzazione è stata approvata dalla Giunta regionale il 23 novembre e quindi illustrata dall’assessore alla Sanità, Antonio Saitta, con il direttore generale della Sanità, Fulvio Moirano, e il responsabile della rete oncologica di Piemonte e Valle d'Aosta, Oscar Bertetto.

“La principale novità - ha sottolineato Saitta - è che il paziente viene ricevuto nel centro di accoglienza e servizi presente in tutti gli ospedali e da qui indirizzato verso il luogo più idoneo dove curarsi. Si tratta di un esempio di organizzazione unico in Italia. Il malato viene preso in carico totalmente, e seguito in tutto il suo percorso. Finisce il periodo in cui tutto si pensava fattibile ovunque, ci facciamo carico della sicurezza del paziente, con obiettivi come innalzare la qualità delle cure, utilizzare al meglio le risorse per la lotta contro il cancro, rendere possibile una programmazione efficiente, valorizzare le competenze e le risorse disponibili, in particolare quelle professionali, favorire l’appropriatezza dell’uso delle tecnologie evitando duplicazioni di servizi e di apparecchiature, decongestionare l’accesso alle cure ospedaliere”.

Come hanno rimarcato Moirano e Bertetto la nuova organizzazione non è stata disegnata a tavolino, ma è il frutto del lavoro di 20 gruppi di studio, che hanno coinvolto complessivamente più di 700 professionisti. I tumori sono stati divisi in 16 tipologie: mammella, colon retto, stomaco, esofago, pancreas, fegato, ovaio e ginecologici, cute, polmone, testa e collo, tiroide e ghiandole endocrine, prostata e urologici, del sistema nervoso, sarcomi muscolo-scheletrici, metastasi ossee, tumori del sangue. Per ognuna c'è un elenco di centri di riferimento, il che comporta anche una razionalizzare delle spese. Lo stesso viene fatto anche per la somministrazione dei farmaci ad alto costo.

Non ci saranno obblighi, in quanto viene ovviamente riconosciuta la libertà dei malati di scegliere la struttura dove farsi curare, ma seguire le indicazioni della Regione rivolgendosi nei centri indicati garantirà la risposta terapeutica più corretta ed efficace.

“Con questa classificazione - ha aggiunto Saitta - privilegiamo il funzionamento dei Centri accoglienza e servizi, cioè il sistema di presa in carico dei pazienti fin dal primo approccio con la malattia e con la necessità di cura: facciamo tesoro di esperienze meritorie e le vogliamo estendere il più possibile. Le medesime indicazioni devono essere date dalle aziende sanitarie ai direttori di distretto e ai medici di medicina generale.

La delibera avvia anche la ridefinizione delle attribuzioni dei Centri abilitati alla prescrizione dei farmaci oncologici sottoposti a Registro AIFA per le singole patologie tumorali, individuati dal Settore Farmaceutica della Regione.

ggennaro

23 novembre 2015