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Cambia la gestione delle aree protette

Grande opportunitą per promuovere biodiversitą e crescita eco-sostenibile

Garantire la rappresentatività dei territori che ospitano le aree naturali protette in Piemonte, rendere piu' efficiente la gestione razionalizzando i costi, creare un “brand” capace di far nascere un sistema attrattivo per i fondi comunitari, snellire la burocrazia e le procedure dando vita a iniziative volte alla promozione del territorio e dei suoi prodotti tipici sono gli obiettivi della legge sul riordino del sistema di gestione delle aree protette e sulle nuove norme sui Sacri monti.

A 40 anni dalla nascita del sistema dei parchi piemontesi e dall’approvazione della prima legge regionale sull’argomento, il provvedimento votato il 28 luglio dal Consiglio regionale modifica la precedente norma del 2009, il Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità.

L’assessore all’Ambiente, Alberto Valmaggia, lo ha giudicato “un traguardo importante per la valorizzazione del patrimonio naturalistico piemontese. Si è voluto garantire una maggiore attenzione a chi vive e opera nelle aree protette e permettere al territorio una maggiore rappresentatività nella gestione di questi patrimoni. È inoltre l’occasione in cui si passerà ad una visione che affiancherà alla necessità di conservazione degli habitat delle aree protette una prospettiva capace di guardare maggiormente alla promozione delle attività produttive e turistiche del territorio interessato”.

La legge approvata interviene innanzitutto sugli enti di gestione delle aree protette, che passano da 14 a 12, incluso l’ente di gestione dei Sacri monti, la cui competenza passa all’assessorato alla Cultura e al Turismo. Questo l’elenco aggiornato: Ente di gestione delle aree protette del Monviso, al cui interno nascerà il nuovo Parco naturale del Monviso (La valenza naturalistica, turistica e paesaggistica dei territori montani che si sviluppano intorno alla montagna simbolo del Piemonte, ampiamente riconosciuta con la recente attribuzione del “MaB Unesco” e con l’identificazione del sito della Rete Natura 2000 Gruppo del Monviso e Bosco dell’Alevè”, hanno spinto ad un’implementazione della superficie tutelata, precedentemente ridotta alla sola Riserva di Pian del Re e a pochi brevi tratti fluviali del Po cuneese protetti nei pressi delle confluenze. I confini vengono estesi anche in Val Varaita, riguardando aree in gran parte già tutelate dalle direttive comunitarie Habitat e Uccelli o con vincoli venatori, andando a costituire una nuova area protetta denominata Parco naturale del Monviso); Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Marittime, che unisce le aree in precedenza gestite dal Parco naturale delle Alpi Marittime e dal Parco naturale del Marguareis, caratterizzate da prevalente morfologia montana e hanno problematiche territoriali simili anche per gli aspetti di collaborazione transfrontaliera; Ente di gestione delle aree protette del Po torinese; Ente di gestione delle aree protette dei Parchi reali, che comprenderò le zone in precedenza affidate all’Ente di gestione delle aree protette dell’Area metropolitana di Torino; Ente di gestione delle aree protette del Po vercellese-alessandrino; Ente di gestione delle aree protette del Ticino e del Lago Maggiore, che assorbirà anche la gestione delle aree in precedenza affidate all’Ente di gestione delle Riserve pedemontane e delle Terre d’acqua e dei parchi naturali del Biellese e del Novarese; Ente di gestione delle aree protette dell’Ossola; Ente di gestione delle aree protette dell’Appennino piemontese, che comprenderà il territorio in precedenza affidato al Parco naturale delle Capanne di Marcarolo; Ente di gestione del Parco Paleontologico astigiano; Ente di gestione delle aree protette della Valsesia; Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie; Ente di gestione dei Sacri monti.

Definita una nuova governance, che comprende Comunità delle aree protette, Consiglio dell’ente di gestione e Consulta per la promozione del territorio. La Comunità del parco diventa l’organo consultivo e propositivo attraverso cui si attua la partecipazione degli enti locali interessati alla gestione delle aree naturali protette ed composta dai presidenti delle Province, dai sindaci dei Comuni e dai presidenti delle Unioni montane nei cui territori sono ricomprese le aree protette gestite dell’ente (tale aspetto gestionale è l’unico che rimane invariato rispetto alla legge precedente). Il Consiglio dell’ente di gestione è il vero soggetto politico di governo dell’ente, prevede una maggiore partecipazione del territorio e il suo presidente viene nominato con decreto del presidente della Giunta regionale su intesa con la Comunità delle aree protette (in caso di mancata intesa, dopo trenta giorni viene nominato con decreto motivato dal presidente della Giunta). La Consulta per la promozione del territorio è una novità che garantisce la rappresentanza delle associazioni di categoria in sede di espressione di pareri sul regolamento delle aree protette e formula proposte al Consiglio in chiave di promozione del territorio.

Sono state introdotte anche norme di semplificazione nelle procedure di approvazione degli atti di pianificazione, riducendo i tempi delle varie fasi o introducendo l’istituto del silenzio assenso, favorendo la collaborazione tra la Giunta regionale e il soggetto gestore, come in merito alla predisposizione degli elaborati definitivi del piano di area o sostituendo l’obbligo del parere del soggetto gestore con una semplice comunicazione. Snellite pure le procedure di affidamento della gestione delle aree della rete Natura 2000 al fine di specificare meglio quali siano i soggetti che devono essere necessariamente coinvolti nel procedimento di adozione dei piani di gestione, con l’obiettivo di evitare il rischio di avere soggetti gestori differenti sui medesimi ambiti territoriali.

Infine, la legge prevede che la Regione, nella volontà di sostenere l’economia delle imprese presenti all’interno delle aree protette e della Rete Natura 2000, promuova, anche con la collaborazione dei Gruppi di azione locale, delle associazioni datoriali o di soggetti terzi, l’e-commerce dei prodotti agricoli, artigianali o comunque relativi all’area protetta con la realizzazione di una piattaforma dedicata, anche attraverso la valorizzazione di specifici marchi di qualità.

Gli enti gestori possono, d’intesa con la Comunità del parco, introdurre biglietti di ingresso per l’intera area protetta o solo una parte, oppure introdurre tariffe per servizi erogati. Le risorse derivanti saranno prioritariamente destinate ad attività di promozione territoriale e incremento occupazionale dei residenti all’interno dei Comuni dell’area protetta.
 

pdevita

28 luglio 2015