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Fate il nostro gioco

Riparte nelle scuole superiori la campagna per combattere il gioco d'azzardo patologico

Riprende nelle scuole superiori piemontesi “Fate il nostro Gioco”, campagna di sensibilizzazione sul gioco d’azzardo patologico con la quale la Regione si propone di sensibilizzare i ragazzi utilizzando due canali: la matematica come strumento di prevenzione ed “antidoto logico” per immunizzarsi almeno un po’ dal rischio degli eccessi; l’analisi della dipendenza dal punto di vista medico. Leggi il calendario

Il format, ideato nel 2009 da un gruppo di matematici e fisici torinesi, vedrà per la prima volta un pool fisso di esperti (sanitari, educatori, assistenti sociali, psicologi e matematici) partecipare al ciclo di conferenze con l’obiettivo di far comprendere ai ragazzi le conseguenze del gioco compulsivo, ma anche una semplice verità: il banco non perde mai, e con l'aiuto della matematica è possibile dimostrarlo in modo divertente e interattivo.

La campagna, che gli assessorati regionali all’Istruzione e alla Sanità hanno deciso di proseguire anche per l’anno scolastico 2014-2015, è realizzata in collaborazione con il personale dei Sert (i Servizi per le tossicodipendenze), con il supporto tecnico della società di formazione e comunicazione scientifica TAXI1729, da anni specializzata su questo tema a livello nazionale, e la partecipazione dell’Osservatorio sull’usura del Consiglio regionale, che ogni anno propone un concorso sul tema del gioco d'azzardo utilizzando il ciclo di conferenze come formazione per i ragazzi che vorranno partecipare alla selezione. Lo scorso anno sono state coinvolte 44 scuole per un totale di 160 classi, 3344 studenti e 139 docenti. Sono state 18 le scuole che hanno partecipato al concorso, inviando 216 elaborati (181 saggi brevi e 35 prodotti multimediali).

L’analisi dei dati dimostra che il fenomeno è in costante crescita in Piemonte: dal 2005 al 2014 i pazienti con sindrome da gioco d’azzardo patologico grave presi in carico dal sistema sanitario regionale sono passati da 166 a 1277, e di questi 7 sono ragazzi tra i 15 e i 19 anni, 38 tra i 20 e i 24 anni e 70 tra i 25 e 29 anni. “Sono dati sconcertanti - commenta l’assessore regionale all’Istruzione, Gianna Pentenero - Se prima la forma di dipendenza che preoccupava di più i genitori era quella da sostanze, da alcuni anni ha invece iniziato a prendere piede un’altra forma altrettanto pericolosa: il gioco d’azzardo. La cosiddetta dipendenza senza sostanze. Genitori ed insegnanti hanno spesso difficoltà a riconoscere i primi segnali di rischio, e l’avvento del gioco on line rende maggiormente difficile il riconoscimento del disturbo. È importante creare una rete sul territorio che possa sia diffondere la conoscenza del problema che prevenirlo, e per far questo bisogna iniziare dai ragazzi, fornire loro strumenti, competenze e conoscenze per aiutarli a comprendere che il gioco d’azzardo può diventare patologico e quindi un vortice incontenibile. Per questo coinvolgere in modo interattivo i ragazzi dimostrando loro come tutti i giochi d’azzardo siano svantaggiosi per i giocatori e vantaggiosi solo per il banco rappresenta una concreta opportunità per far acquisire loro la consapevolezza del rischio”.

“Con i consiglieri regionali - ricorda l’assessore alla Sanità, Antonio Saitta - esamineremo a breve sia la proposta di piano triennale che i contenuti di un disegno di legge specifico per uniformare il Piemonte alle altre Regioni italiane che già si sono dotate di uno strumento legislativo per combattere il gioco d'azzardo. Certo servirebbe subito un'azione di legislazione nazionale. Proprio in questi giorni il ministro della Sanità, Lorenzin, ha annunciato l’inserimento nei livelli essenziali di assistenza della cura delle nuove forme di dipendenza come la ludopatia”.

Roberto Fiorini, del Coordinamento regionale dei Servizi per il gioco d’azzardo patologico, mette in evidenza che il progetto vuole “integrare i saperi e gli sguardi dei Servizi per le dipendenze con quelli dei comunicatori della scienza di TAXI1729, fornendo così agli studenti una gamma di informazioni atte al riconoscimento degli inganni dei giochi d'azzardo oggi presenti, dell'esistenza di una patologia con delle caratteristiche ben precise e di servizi gratuiti organizzati per la cura”. “Ciò che vogliamo raccontare - aggiungono Diego Rizzuto, Paolo Canova e Sara Zaccone della Società di comunicazione scientifica TAXI1729 - nasce da un obiettivo e da una precisa convinzione. L'obiettivo è svelare le regole, i piccoli segreti e le grandi verità che stanno dietro all'immenso fenomeno del gioco d'azzardo in Italia. La convinzione è che il modo migliore per farlo sia usare la matematica come una specie di ‘antidoto logico’, per creare consapevolezza intorno al gioco e svelare i suoi lati nascosti. La matematica non è l’unica lente con cui sarebbe utile leggere il gioco d’azzardo: ci sono anche quella psicologica, quella cognitiva, quella sociologica, quella storica e quella politica. Noi abbiamo deciso di partire da quella matematica primo perché siamo esperti di matematica e non del resto. Poi perché matematico è il cuore dei giochi, matematici sono quelli che li inventano e con linguaggio matematico bisognerebbe spiegarne genesi e meccanismi fondamentali. Poi perché crediamo che fare matematica sia un ottimo modo per esercitare il senso critico, abilità preziosa per affrontare le sfide della vita quotidiana".

sdepalma

05 febbraio 2015