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Il 2015 e 2016 gli anni pił difficili

Chiamparino: "Bisogna cambiare verso alle politiche per creare crescita e coesione sociale"

foto P. JuzzolinoIl presidente Sergio Chiamparino non si è nascosto, nella tradizionale conferenza stampa di fine dicembre, gli ostacoli che si devono ancora superare: “Per la Regione Piemonte il 2015 ed il 2016 saranno gli anni più difficili. Quello che viene sarà molto complicato: bisognerà rimettere la macchina regionale in condizione di procedere sulle sue ruote. Così come l’abbiamo presa in mano, e come è ancora in larga parte, l’ente Regione non è in grado di creare crescita e coesione sociale”.

“Nella migliore delle ipotesi - ha sostenuto il presidente - la Regione dovrà tagliare nel 2015 un terzo della spesa non vincolata, quindi circa 150 milioni. Bisogna fare uno sforzo, rivedere radicalmente, in alcuni casi, la logica della politica di spesa. Per questo l’8 gennaio è convocata una riunione di Giunta per impostare gli obiettivi politici. Quello che ci aspetta - ha spiegato - non sono solo tagli e riorganizzazione. Bisogna anche cambiare verso alle politiche: la sfida a cui siamo chiamati è saper creare quel giusto mix tra continuità e competitività tra istituzioni basato sulla qualità e il cofinanziamento dei progetti. Occorre quindi rifare leggi regionali per ridefinire criteri e parametri di spesa”. Ha voluto anche “registrare il positivo atteggiamento dei consiglieri, compreso quello delle opposizioni, Forza Italia guidata da Gilberto Pichetto ed il Movimento 5 Stelle, che si è rivelato interlocutore non soltanto capace di protestare”.

Ripercorrendo le decisioni assunte nei primi sei mesi di governo, caratterizzati da “una forte coesione politica all’interno della Giunta, in quanto si è sempre verificata una grande capacità di stare sui dossier del programma”, Chiamparino ha rivendicato il piano di riqualificazione strutturale della spesa, il riordino della rete ospedaliera, i disegni di legge sulla semplificazione e sulle funzioni di Province e Città metropolitana, ed ha garantito che gli aumenti della tassazione chiesti alla parte di piemontesi con un reddito superiore ai 28.000 euro annui “sono il primo e ultimo sforzo, necessario per fronteggiare in parte il disavanzo della Regione. Per quanto mi riguarda non si intende andare oltre, e lo dico senza se e senza ma”.

Sulle proteste in atto in alcuni territori sulla nuova rete ospedaliera, il presidente è stato netto: “c’è spazio per aggiustamenti, da effettuare a parità di risorse, tempi e qualità del servizio. Ma una pubblica amministrazione in lite non fa accordi: chi vorrà ricorrere al Tar è legittimato a farlo, ma poi bisognerà aspettare di vedere cosa dicono i giudici. C’è un rapporto inversamente proporzionale tra le probabilità di aggiustamento e la modalità dei ricorsi. Noi siamo abituati a ragionare con le amministrazioni locali dal punto di vista politico. Altrimenti a la guerre comme a la guerre". Su questo tema il vicepresidente Aldo Reschigna ha evidenziato che “ogni volta che si tocca un pezzetto della sanità, si genera una rivoluzione. Ma altrettanta preoccupazione non sento per il rischio che politiche sociali, istruzione e cultura restino senza risorse. Stiamo compiendo un grande sforzo, ma in giro non c’è ancora la reale percezione delle condizioni in cui stiamo amministrando. La sanità è importante, ma non è solo ospedali, e bisogna capire che è in atto un grande progetto di riforma con l’obiettivo di arrivare ad un punto di equilibrio sul sistema dei servizi e delle tutele”.

Chiamparino è poi intervenuto sulla riduzione delle indennità dei consiglieri regionali (“Il Consiglio è sovrano e vorrei evitare gesti che suonino come prevaricatori o provocatori. In primavera dovremo discutere importanti leggi finanziarie, e credo che in quel contesto si debba trovare il modo di ridurrle)” e si è augurato che “nel 2015 il rapporto con il Governo sia improntato a un forte spirito di riforma dell’istituto della Regione. Dovrebbe essere approvata la riforma del Senato, che vedrà la seconda Camera imperniata sul ruolo delle autonomie locali. Se si perde l’occasione per un
forte check-up delle Regioni, non solo delle loro dimensioni, rischiamo di vedere passare un tram che poi non ci sarà più”.

Infine, una risposta al sito del Governo soldipubblici.gov.it, che ha messo il Piemonte al primo posto tra le Regioni sulla spesa per le consulenze: “E’ un sito importantissimo, fondamentale per la trasparenza sulle spese, ma è indispensabile omogeneizzare i criteri attraverso i quali le Regioni catalogano le spese, altrimenti si rischia di avere confronti non pertinenti. Sulle consulenze non siamo affatto i più spendaccioni, ed in ogni caso si tratta di spese abbondantemente indietro nel tempo”.

ggennaro

29 dicembre 2014