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Nuova azione politica per la Regione alpina

Firmata una risoluzione per iniziare l'elaborazione della strategia da presentare alla UE

Il presidente della Regione, Roberto Cota, ha firmato il 18 ottobre a Grenoble, con gli altri rappresentanti degli Stati e delle Regioni alpine - i ministri degli Esteri, Emma Bonino, e della Coesione territoriale, Carlo Trigilia, i presidenti della Lombardia e del Veneto, Roberto Maroni e Luca Zaia (foto gruppo)- una risoluzione che esprime la loro comune volontà di sostenere l’elaborazione di una Strategia dell'Unione Europea per la Regione alpina e raccomandano al Consiglio Europeo che, in occasione della riunione di dicembre 2013, venga richiesto alla Commissione Europea di avviare il processo di elaborazione della Strategia e del piano d’azione, in modo che questi testi vengano adottati durante la presidenza italiana del Consiglio Europeo nel 2014.

“Siamo una realtà omogenea che rappresenta il cuore produttivo dell'Europa così come le nostre Regioni rappresentano il cuore produttivo dell'Italia - ha dichiarato Cota - Gli Stati nazionali non possono essere una camicia di forza, i territori omogenei devono poter affrontare in Europa le questioni omogenee che li caratterizzano perché non possiamo pensare che chi ha energie e risorse debba essere bloccato. Sarebbe un danno per tutti”.

Dopo aver confermato che l'obiettivo è quello di favorire uno sviluppo armonioso e sostenibile della Regione alpina, con l'ambizione di aumentare la solidarietà reciproca tra le zone di montagna e le aree urbane, tra le Alpi e le regioni vicine, tra le zone in fase di rallentamento ed aree più dinamiche, tra territori fornitori di servizi e quelli che ne beneficiano, i firmatari dichiarano di considerare che il miglioramento dell’attrattività e della competitività della Regione alpina e la riduzione delle disuguaglianze sociali e territoriali andranno a vantaggio dell’intera area europea, essendo la Regione stessa un territorio chiave in Europa, crocevia di molteplici culture, tradizioni e risorse, oltre che una struttura d’integrazione che consentirà l’attuazione di approcci transfrontalieri strategici e progetti internazionali.

Il documento suggerisce che la Strategia venga suddivisa secondo tre principali pilastri tematici: garantire una crescita sostenibile e promuovere la piena occupazione, la competitività e l'innovazione attraverso il consolidamento e la diversificazione delle attività economiche specifiche, al fine di rafforzare la solidarietà tra le zone di montagna e le aree urbane; promuovere uno sviluppo territoriale basato su una politica di mobilità che rispetti l'ambiente, rafforzando la cooperazione universitaria e lo sviluppo di servizi e infrastrutture di trasporto e di comunicazione; favorire una gestione sostenibile delle risorse energetiche, naturali e culturali, nonché tutelare l'ambiente attraverso la conservazione della biodiversità e delle aree naturali.

Infine, propongono che la governance sia basata sui seguenti principi: garantire che la strategia dell'Unione europea per la Regione alpina sia realizzata con il ricorso a diversi programmi e strumenti che organizzino e definiscano le azioni degli Stati membri e delle Regioni interessate, compresa la cooperazione transfrontaliera e transnazionale; coinvolgere tutti i soggetti interessati nella definizione degli obiettivi e nell'attuazione dei progetti selezionati; mobilitare le autorità regionali, nazionali e locali, nonché le istituzioni esistenti e le organizzazioni della società civile; invitare la Commissione Europea ad agire in qualità di coordinatore strategico generale.

L’attuazione della Strategia si baserà sul principio che non saranno necessari nuove leggi, nuovi fondi e strutture supplementari, in quanto si farà ricorso ad un approccio coordinato delle sinergie e un uso più efficiente degli strumenti finanziari esistenti.

La Regione alpina coprendo una superficie di 450.000 km2 che va dalle Alpi Marittime del Principato di Monaco fino alle Alpi Giulie in Slovenia, in cui vivono e lavorano 70 milioni di persone. Oltre a costituire il paesaggio montano maggiormente esteso in Europa, con specificità agricole e forestali che ne fanno un punto focale della biodiversità, svolge un ruolo economico su più ampia scala, garantendo beni e servizi di tipo sostenibile per tutta l’Europa, come il turismo e il tempo libero, i trasporti, la cooperazione accademica, la salute, l’energia idroelettrica, il cibo, il legname, l’artigianato. La sua demografia presenta però situazioni contrastanti, con aree molto attrattive dove nuove popolazioni si stabiliscono e territori dove l’invecchiamento della popolazione e la fuga dei cervelli è rilevante e non è bilanciata da un arrivo di nuovi residenti. Il livello di reddito è sopra la media europea, ma l’approccio inclusivo nasconde importanti disparità relative ad alcuni territori remoti e al ridimensionamento o chiusura di varie attività industriali o tradizionali, e la mancanza di servizi essenziali che sono prerequisiti per lo sviluppo economico e sociale. E’ anche una zona attraversata o contornata da rotte commerciali e di transito di importanza strategica per lo sviluppo del continente europeo, dove la concentrazione di flussi di traffico locale, regionale o transalpino hanno raggiunto un livello considerevole e sono la causa di serie conseguenze ambientali in molte valli.

ggennaro

18 ottobre 2013