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Operazione verità sui conti della Regione: mancano oltre 2 miliardi

Grazie ai maquillage finanziari della vecchia Giunta

Operazione verità su come è stata governata la Regione negli anni passati. Grazie ai dati di cui è venuta in possesso, l’amministrazione attuale ha potuto infatti entrare nel merito dei conti regionali con chiarezza e trasparenza, fino a stabilire l’esistenza di un ammanco di oltre 2 miliardi e 100 milioni di euro.

Ad illustrare la situazione sono stati l’11 aprile il presidente della Regione, gli assessori al Bilancio e alla Sanità, i direttori generali della Sanità e Risorse finanziarie.

Il presidente ha esordito ricordando che quando la nuova Giunta è arrivata al governo della Regione, il 3 maggio scorso, non c’era un bilancio approvato ed ha quindi dovuto chiudere quello presentato dalla Giunta uscente, pur intuendo quello che si sarebbe a breve scoperto: le previsioni erano sbagliate, con una sovrastima di oltre 614 milioni delle entrate tributarie, in particolare dell’Irap, a cui è stata sommata una sottostima Iva per poter chiudere la partita. Ha proseguito ricordando di aver già denunciato gli artifizi contabili a cui era abituata la vecchia Giunta, che il 29 marzo 2010, ad urne ancora aperte, aveva cancellato impegni della Regione per oltre 708 milioni, unico modo possibile per chiudere il bilancio evitando che il 2009 registrasse un disavanzo. Un meccanismo scientifico di maquillage che secondo il presidente è stato perpetrato per anni, ingannando i piemontesi, a cui veniva detto che tutto andava per il meglio.

Ora, con grande senso di responsabilità, si vuole dire tutta la verità, chiarendo in quale condizione sono stati ridotti i conti della Regione ed anche indicare la strada verso il risanamento ed il rilancio.

Al netto dei residui, l’ammanco per la Regione è oggi di oltre 2 miliardi e 100 milioni di euro. Soprattutto sul capitolo Sanità sono state condotte le operazioni più spregiudicate. Come sui debiti fuori bilancio: la Regione vantava un credito verso lo Stato di 509 milioni per il fabbisogno del servizio sanitario, soldi che però si è fatta anticipare da Unicredit e che sono stati buttati senza criterio nel calderone delle spese sanitarie ma la cui restituzione non è più stata messa a bilancio per la cancellazione dell’impegno. Un altro problema è la non corrispondenza tra bilancio della Regione e bilancio delle singole Asl: assessorato e aziende sanitarie hanno chiesto molti fondi fuori bilancio, con due determine del gennaio 2007 e del marzo 2009 sono stati cancellati numerosi impegni, ma 823 milioni non risultano cancellati dai bilanci delle Asl, che pensano così di avere dei crediti nei confronti della Regione.

Un altro problema è quello legato ai residui attivi e passivi: i primi, di 4 miliardi residui, sono costituiti da crediti molto vecchi e quindi difficilmente esigibili; i secondi, 5 miliardi, sono invece debiti molto giovani.

Il presidente ha concluso evidenziando che si tratta nel complesso di una situazione molto difficile, di un’eredità pesante, una “tassa” che il Piemonte avrà in carico per i prossimi anni, e che entro l’estate verrà illustrato il piano di risanamento dei conti e quello per il rilancio.

L’assessore al Bilancio ha aggiunto che l’operazione verità è stata voluta per voltare definitivamente pagina con questo modo di agire e per guardare in faccia i cittadini piemontesi con senso di responsabilità. Ha anche precisato che l’attuale amministrazione ha iniziato un’azione di risanamento già sull’assestamento del 2010, quando di fronte al sospetto di entrate gonfiate ha reimpostato e corretto numerose voci di bilancio, operando un primo contenimento delle spese di circa 245 milioni, avviando allo stesso tempo il piano per occupazione e la competitività.

redazione

11 aprile 2011