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Il piano antizanzare 2010

Il 94% dei piemontesi apprezza l'iniziativa

E’ iniziato il piano di lotta alle zanzare per il 2010: si articola in trattamenti in area risicola e in una ventina di progetti in area urbana e si avvale, per il quarto anno consecutivo, del coordinamento operativo dell’Ipla (Istituto per le piante da legno e l’ambiente).

Anche quest’anno il progetto principale riguarderà oltre 40.000 ettari coltivati a riso nelle province di Alessandria, Biella, Novara, Torino e Vercelli e sarà portato a termine per mezzo di trattamenti larvicidi a basso impatto ambientale in risaia, sempre più realizzati direttamente dagli agricoltori, ed in parte con l’ausilio di mezzi aerei.

Il territorio sarà suddiviso tra i Centri Operativi di Casale Monferrato, Vercelli, Biella e Novara cui faranno capo, da aprile a luglio, quasi cento tecnici incaricati della rilevazione delle infestazioni, della gestione dei trattamenti e della verifica dei risultati. Altri progetti interessano realtà locali particolari, come quelle dei laghi di Avigliana e Maggiore.

Infine, particolare attenzione sarà posta al problema della diffusione dell’infestazione della zanzara tigre nelle aree urbane, senza trascurare la ricerca e la sperimentazione di nuove tecniche di lotta.

Per capire se la riduzione della quantità di zanzare registrata dalla rete di monitoraggio ha avuto un riscontro reale tra la popolazione, l’Associazione di Cultura e Formazione ambientale ha recentemente condotto un’indagine tra i residenti delle aree piemontesi interessate dai piani di lotta. Si tratta di un bacino di oltre due milioni di abitanti, per i quali gli enti pubblici, tra cui la Regione Piemonte in primo piano, spendono circa 3,60 euro a persona in azioni di lotta alle zanzare.

Un dato incoraggiante è il sostegno dato ai progetti: ben il 94% degli intervistati li appoggia. Il livello di fastidio percepito nel 2009 si differenzia geograficamente: era basso per il 56% del campione intervistato nelle aree più prossime alle risaie (quelle storicamente più infestate) e per il 40% nelle aree più lontane. Questo fatto è confermato dal dato sul minor disturbo serale (ridotto per il 62% del campione nell’area risicola contro il 23% di quella più lontana) e diurno alle attività all’aperto (rispettivamente 51% e 22%).

Si conferma dunque il buon controllo della specie di risaia (Ochlerotatus caspius) rispetto all’espansione ancora in corso della zanzara tigre (Aedes albopictus) nelle aree urbane. Al contrario, il disturbo notturno, principalmente legato ad un’altra specie urbana (Culex pipiens molestus) è percepito in riduzione soprattutto nelle aree urbane più lontane dalle risaie per il 69% del campione. Questo significa che anche in queste zone la lotta alle specie storiche ha
funzionato. Questi dati rafforzano quelli derivanti dalle attività di monitoraggio e hanno portato a confermare l’impianto generale della lotta in risaia e ad implementare quello relativo al contrasto della diffusione della zanzara tigre.

30 marzo 2010