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Documentazione:

Ereditato un buco di 530 milioni

Saranno coperti senza tagliare servizi e rinunciare al piano per il lavoro
“Siamo di fronte ad una situazione abbastanza critica. La Regione è rimasta per diversi mesi senza bilancio e oggi si ritrova con un buco da sanare di circa 530 milioni di euro, risorse che dovremo reperire tagliando tutte le spese inutili”: è il punto sulle risorse dell’ente tracciato il 31 maggio dal presidente Roberto Cota.

da sx Quaglia, Cota e Giordano“Siamo di fronte ad una situazione abbastanza critica. La Regione è rimasta per diversi mesi senza bilancio e oggi si ritrova con un buco da sanare di circa 530 milioni di euro, risorse che dovremo reperire tagliando tutte le spese inutili”: è il punto sulle risorse dell’ente tracciato il 31 maggio dal presidente Roberto Cota.

“Un contesto - ha continuato Cota, con a fianco gli assessori al Bilancio e allo Sviluppo economico e attività produttive, Giovanna Quaglia e Massimo Giordano - che abbiamo ereditato dalla precedente Giunta e che è nostro dovere denunciare. In ogni caso non intendiamo toccare i servizi ai cittadini e confermiamo l’impegno per il piano straordinario sul lavoro che stiamo per varare”.

Fornendo i dati sui conti regionali, Cota e Quaglia hanno precisato che “innanzitutto il bilancio presentato dalla Giunta Bresso non tiene conto di 157 milioni di spese sanitarie più 16 milioni di spese del Consiglio che andavano inseriti. Mancano poi all’appello 360 milioni di euro, di cui 75 relativi all’appostamento di fondi europei per le aree sottoutilizzate a copertura della spesa sanitaria, che non potevano essere messi dal momento che queste risorse non possono coprire quella voce di spesa, 90 milioni caratterizzati da oneri finanziari calcolati male, altri 15 di stanziamenti relativi a Finpiemonte e 180 di risorse dello Stato da reimpostare”.

“In sede di discussione dell’assestamento - ha spiegato Cota - dovremo quindi presentare un emendamento per sanare questa situazione. Purtroppo più andiamo a fondo più scopriamo sprechi: la Regione pagava 33mila euro al mese per la sede di Roma, per il nuovo Palazzo unico dal 2006 al 2010 sono stati pagati 22 milioni di euro di parcelle allo studio dell’architetto Fucksas, per non parlare di quanto è stato speso in comunicazione. E questi non sono che alcuni esempi di quella che a nostro avviso è stata una pessima gestione di risorse pubbliche”.

31 maggio 2010