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Tav: legge sui grandi cantieri e lavoro alle imprese locali

Subito un comitato consultivo di imprenditori ed enti pubblici

Istituire un comitato consultivo di imprenditori ed enti pubblici che valuti le necessità del cantiere della Tav e attui le azioni necessarie per garantire lavoro a maestranze e imprese locali è la proposta lanciata dall’assessore regionale ai Trasporti, Barbara Bonino, durante la riunione dell’Osservatorio tenutasi il 14 giugno a Torino.

“Dobbiamo seguire - ha precisato l’assessore - il modello legislativo francese della della ‘démarche grand chantier’, adeguandolo alla nostra realtà. Abbiamo bisogno però del supporto degli attori economici locali. E a tal fine intendo dare vita ad un comitato consultivo che riunisca imprenditori ed enti pubblici: un tavolo che valuti le necessità del cantiere e che metta in atto quelle azioni necessarie per garantire a maestranze e imprese locali di lavorarvi. I tempi però sono stretti, se vogliamo rispettare la scadenza del 2011 per l’inizio degli scavi. Perciò - ha garantito - l’iter per la creazione del comitato comincerà immediatamente”.

Nel suo intervento, Bonino si è anche soffermata sul futuro della linea ferroviaria esistente che collega Torino a Susa: “Dobbiamo valorizzarla, potenziandola per quanto è possibile. Un intervento che può essere già avviato senza attendere la Tav”.

Infine, l’assessore è ritornata con amarezza sulle motivazioni che hanno portato alla decisione di spostare la sede della riunione da Susa, come inizialmente previsto, a Torino: “Colpa di un’esigua minoranza di intransigenti oppositori al progetto. Avrei preferito che quest’incontro fosse ospitato dal sindaco di Susa, perché sarebbe stato un bel momento per parlare in loco delle grandi opportunità di crescita economica che si apriranno con l’apertura del cantiere dell’alta velocità. I lavori, piaccia o non piaccia, inizieranno nel 2011, anche perché ormai è chiaro che l’opposizione alla Tav è ridotta ad uno sparuto gruppetto di contrari a priori, tanto rumorosi quanto poco numerosi. La Valsusa da luogo di sterile contestazione deve diventare un luogo di concertazione. E la progettazione condivisa dalla maggioranza deve tradursi in azione, come è accaduto all’estero, anche qui in Italia”.
 

14 giugno 2010