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Berlino, la libertà oltre il muro

Una mostra a 20 anni dalla caduta del simbolo della guerra fredda

L'assessore Oliva presenta la mostraIl 9 novembre 1989 rappresenta una data epocale per il mondo intero: cade il muro di Berlino, simbolo della guerra fredda, lungo bastione di cemento continuamente ampliato, rafforzato, sempre presidiato. A 20 anni dall’evento una grande mostra promossa dalla Regione Piemonte e da Alinari 24ORE ne ripercorrere la storia attraverso 80 immagini dell’agenzia fotografica Ullstein Bild e fotografie di archivio del quotidiano Süddeutsche Zeitung.

La mostra - dal 2 ottobre al 9 novembre nella sala Bolaffi di via Cavour 17 a Torino, visitabile dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19 con ingresso libero - intende far rivivere, per mezzo del linguaggio crudo di una fotografia di cronaca tutta concentrata sullo spazio fisico del muro, sulla retorica della divisione così come su quella dell’unificazione, il clima di una città sotto assedio, materializza la reclusione in cui era costretta metà Europa, sintetizza l’asfissia della guerra fredda e contemporaneamente, come dimostrano le foto che mettono a confronto diversi luoghi della città prima e dopo la cesura storica dell’89, svela nell’apertura degli spazi affrancati da una presenza pesante una libertà di vivere che finalmente non è più “oltre il muro”.

Gli scatti di abili e pazienti reporter, frutto di un’assidua presenza lungo il perimetro del muro, hanno offerto alla maggior parte della stampa internazionale la rappresentazione della città divisa e costruito negli anni il nostro immaginario sulla cortina di ferro: mostrano il filo spinato che divideva la città prima della sua erezione, le finestre murate delle case che davano sulla zona ovest, le morti e i tentativi di fuga, i saluti fra le famiglie divise, le proteste ufficiali e popolari nella Berlino Ovest contro la sua edificazione o per il suo abbattimento, così come i murales che iniziano a colorare di aspettative le pareti occidentali negli anni ’80. Fino alla caduta del regime comunista nella DDR nel novembre dell’89, con la grande festa popolare che celebra l’evento, l’apertura delle frontiere, la gente finalmente libera di circolare, e le bandiere che sventolano fra la folla con la definitiva riunificazione delle due Germanie nel ‘90.

Arricchiscono la mostra numerose iniziative culturali per sensibilizzare ed aiutare soprattutto i giovani a conoscere per non dimenticare. In particolare, il Museo diffuso della Resistenza di Torino proporrà dal 23 ottobre al 17 gennaio la mostra fotografica “L’assenza dei confini/L’essenza dei confini”, il Circolo dei Lettori inaugurerà giovedì 24 settembre alla presenza di Lech Walesa una lunga scaletta di appuntamenti culturali, Goethe-Institut Turin e Museo del Cinema proporranno con la rassegna cinematografica “C’era una volta il muro”, gli istituti Gramsci e Salvemini un ciclo d’incontri, la Fondazione 900 di Chivasso, che ha la Germania come Paese ospite della sesta edizione del festival internazionale di letteratura “I luoghi delle parole”, incontri e performance multimediali.

Durante la conferenza stampa di presentazione, svoltasi il 16 settembre presso Il Circolo dei Lettori a Torino, l’assessore regionale alla Cultura, Gianni Oliva, ha dichiarato che “i regimi totalitari hanno usato la forza contro gli oppositori, ma soprattutto hanno sedotto l’opinione pubblica mistificando l’informazione e condizionando l’educazione. Se pensassimo che totalitarismo significa solo gulag e manganelli, oggi potremmo stare tranquilli. Ma poiché sappiamo che vuol dire anche controllo dell’informazione e dell'educazione, abbiamo di che preoccuparci”.

16 settembre 2009