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Documentazione:

La crisi mette in ginocchio l'artigianato piemontese

A rivelarlo i dati dell'indagine congiunturale della Regione

Le imprese artigiane piemontesi, come emerge dall’indagine congiunturale del competente Sistema informativo regionale, sono state messe in ginocchio dalla crisi economica. Per evitare il collasso, la Giunta ha stanziato 70 milioni di euro per la patrimonializzazione dei confidi e ha dato vita a un fondo di riassicurazione che è stato fornito di una dotazione di 40 milioni.

La ricerca evidenzia che le criticità, seppure in misura diversa, coinvolgono a 360 gradi ogni settore, territorio, profilo di impresa. I dati rivelano che l’artigianato subalpino è ai minimi storici: nel secondo semestre 2008 il 43,9% delle imprese ha diminuito il fatturato, il 49% ha segnalato un calo della domanda, il 9,5% ha ridotto il numero degli occupati e il 67,2% non effettua investimenti. A fomentare il clima di sfiducia anche il timore di un drastico restringimento del credito da parte delle banche ed il protrarsi della crisi nel tempo, come previsto dagli analisti.

Proprio per evitare che la stretta creditizia strozzi le piccole e medie imprese che, di fatto, sono le protagoniste dell’economia reale del territorio, la Regione è intervenuta fin da quando la crisi è esplosa, come sottolinea il vicepresidente della Giunta, Paolo Peveraro, con delega all’Artigianato: “I dati dell’indagine congiunturale dimostrano che gli effetti della crisi sono davvero importanti. Per evitare il collasso delle piccole e medie imprese, non solo delle più deboli ma anche di quelle sane, ora più che mai in balia della stretta creditizia delle banche, la Regione ha messo in campo due misure anticrisi rivolte proprio alle pmi: la prima risale al novembre scorso ed è relativa allo stanziamento di 70 milioni di euro per la patrimonializzazione dei confidi piemontesi con l’obiettivo di rafforzare il ruolo che questi consorzi hanno a sostegno del credito alle imprese; l’altra, approvata poche settimane fa, dà vita a un fondo di riassicurazione che, grazie a una dotazione di 40 milioni di euro, farà salire la percentuale di garanzie offerte dai confidi alle banche, consentendo alle pmi di accedere più agevolmente al credito a condizioni migliori e in tempi certi”.

Le conseguenze più pesanti della crisi sono state avvertite dal settore manufatturiero; male anche i trasporti, in controtendenza il settore delle riparazioni. Per quanto riguarda le aree, fatturato in crollo nel Torinese, situazione pesante nel Biellese e, viceversa, tenuta nel Cuneese. La vera novità messa in risalto dell’indagine è che la situazione di difficoltà abbraccia la larghissima parte delle imprese, senza grossi divari tra le ditte con un solo addetto e quelle più strutturate. In passato, invece, il quadro contrapponeva le performance positive di una robusta minoranza di imprese più strutturate a quelle negative della maggioranza, tendenzialmente composta da aziende molecolari non in grado di mobilitare risorse da destinare allo sviluppo.

20 marzo 2009