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  • I dati del gioco d'azzardo (0kb)

La Regione contro la febbre da gioco

Una campagna di comunicazione per contrastare il fenomeno

“Giocare è naturale, ma a giocare troppo ci si può scottare” è uno degli slogan scelti dalla Regione per la nuova campagna di comunicazione finalizzata al contrasto alla cosiddetta “febbre da gioco”, una patologia sempre più diffusa che si stima interessi in Piemonte circa 80mila persone, soprattutto uomini tra i 25 e i 34 anni con marcati problemi di dipendenza da altre sostanze, e che si sta diffondendo anche tra i giovanissimi.

Tra gli obiettivi che la Regione si è posta, accanto a quello di aumentare l’accessibilità ai servizi e di formare il personale, figura anche quello di sensibilizzare e informare la cittadinanza sui rischi correlati al gioco d’azzardo e di pubblicizzare l’esistenza di servizi sanitari specializzati nell’aiuto alle persone coinvolte. È stata così messa a punto una nuova campagna di comunicazione che prevede innanzitutto la messa a disposizione presso i Sert e gli Uffici relazioni con il pubblico delle Asl e presso gli studi dei medici di famiglia di 180mila depliant in cui si spiega come la passione per il gioco possa trasformarsi in una dipendenza, quali siano i sintomi attraverso cui riconoscere la patologia e soprattutto quali siano gli indirizzi a cui rivolgersi per prevenire e curare il problema. Gli opuscoli contengono inoltre un questionario che consente a ciascuno di misurare la propria “febbre da gioco” e di valutare quindi l’opportunità di consultare il servizio più vicino a casa propria.

Da settembre prenderà il via un vero e proprio “GAP tour”, che per mezzo di un camper attrezzato toccherà tutte le province piemontesi in occasione di mercati e fiere e funzionando come centro d’ascolto e come punto informativo dove trovare materiali diversi e richiedere maggiori approfondimenti agli operatori presenti.

I dati desunti da uno studio IPSAD Italia, affidato all’Istituto di Fisiologia clinica del Cnr di Pisa, mostrano come in Piemonte siano circa 80mila le persone a rischio di dipendenza patologica da gioco, sia legale, sia illegale. I più esposti sembrano essere gli uomini di età compresa tra i 25 e i 34 anni, con marcati problemi di dipendenza da altre sostanze (fumo, alcol, droghe). Preoccupante la diffusione dell’abitudine al gioco anche tra i giovanissimi (15-19 anni), il 37 per cento dei quali dichiara di aver giocato almeno una volta al mese, mentre l’8 per cento ammette di giocare quasi ogni giorno.

Durante la presentazione della campagna, svoltasi il 20 maggio in Regione, l’assessore alla Sanità ha sottolineato che il Piemonte è tra le Regioni italiane che maggiormente si sono distinte per il contrasto al fenomeno, a partire dal suo riconoscimento nel piano socio-sanitario 2007-2010 e dalla formazione di un gruppo di lavoro. Dalla primavera 2008 tutti i Sert hanno provveduto a creare ambulatori specifici, sportelli dedicati o gruppi di operatori per la presa in carico dei giocatori d’azzardo patologici, che possono quindi avvalersi di terapie specializzate. Sono inoltre a disposizione sul territorio regionale quattro gruppi di auto-mutuo-aiuto, di cui due a Torino, uno a Pinerolo e uno nel Verbano-Cusio-Ossola.

20 maggio 2009