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L'integrazione degli alunni stranieri nelle scuole piemontesi

I risultati di un'indagine commissionata dalla Regione

Alunni di origine straniera a scuolaIl Piemonte è al quinto posto tra le regioni italiane, dopo Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Lazio, per presenza di cittadini stranieri nelle scuole: nel 2007/08 erano iscritti 55.543 studenti provenienti da ben 70 nazioni diverse, ovvero il 14,4% in più rispetto all’anno prima e circa sei volte in più rispetto al decennio precedente.

Sono alcuni dei dati emersi dall’indagine che l’assessorato all’Istruzione e Formazione professionale della Regione ha presentato in occasione di un seminario sull’integrazione che si è svolto il 22 maggio presso il Museo di Scienze naturali di Torino.

La provincia principalmente interessata al fenomeno è stata Torino, con 10.527 alunni stranieri (10,8 %) inseriti nella scuola primaria, 5.959 (10,4 %) nelle elementari e medie e 6.293 (7,3 %) nelle superiori. Seguivano Cuneo e Alessandria. La scuola primaria raccoglieva il 40% circa dell’intera utenza, con un aumento del numero dei bambini dai 3 a 5 anni nelle scuole dell’infanzia. Nelle scuole primarie e negli istituti comprensivi i valori medi sulla presenza di alunni di seconda generazione sono più ampi rispetto agli altri ordini di scuola, in quanto cominciano ad accogliere migranti ormai stabilizzati.

Tra le principali difficoltà segnalate dagli insegnanti nel processo di integrazione tra stranieri e italiani, l’indagine evidenzia la tendenza all’autoisolamento dei gruppi etnici, la difficoltà a far rispettare agli allievi stranieri regole che non fanno parte della loro cultura, i condizionamenti razzisti delle famiglie degli allievi italiani, la dispersione scolastica e in alcuni casi gli atteggiamenti eccessivamente aggressivi dei ragazzi. Tra le cause più frequenti di abbandono scolastico dei ragazzi stranieri, l’utilizzo da parte dei genitori nelle loro attività lavorative, la scarsa motivazione allo studio, la necessità di andare a lavorare per conseguire un reddito, la scarsa attenzione delle famiglie verso la scolarizzazione dei figli.

L’analisi dei dati evidenzia come ancora ci sia molto da fare nella relazione con le famiglie degli allievi stranieri, a partire dalla difficoltà di comunicare per la differenza della lingua, che costituisce comunque ancora una barriera aspra e problematica da superare. In ragione di ciò la Regione ha investito risorse per tentare di costruire una rete strategica tra associazioni ed enti locali, in modo da garantire l’inserimento di figure professionali da affiancare agli insegnanti come mediatori culturali, psicologi ed educatori.

L’assessorato regionale all’Istruzione ha inoltre fornito agli istituti di ogni ordine e grado presenti sul territorio molteplici strumenti per favorire l’integrazione degli studenti stranieri: corsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua, kit didattici sul riconoscimento delle differenze, un piano triennale per l’accoglienza e l’inserimento scolastico in corso d’anno, percorsi di istruzione e formazione professionale e laboratori didattico-educativi.

 

22 maggio 2009