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Crisi: il Piemonte è pronto a ripartire

Ma il Governo deve fare la sua parte

Perché il Piemonte possa mettere in campo le misure necessarie per ripartire è indispensabile che anche il Governo faccia la sua parte, in quanto ci sono cinque questioni che se venissero chiuse permetterebbero di compiere il salto di qualità capace di contrastare efficacemente la crisi.

Lo ha sottolineato la presidente della Regione nell'intervento svolto il 18 maggio a Torino durante un incontro fra gli imprenditori, i rappresentanti delle istituzioni ed i parlamentari del territorio. Sono i fondi per la cassa integrazione in deroga, promessi ma non ancora messi a disposizione dallo Stato neppure per la prima tranche concordata di 50 milioni, i fondi Fas che il Cipe ha già approvato ma per i quali non è stato completato l'iter che permetterebbe alla Regione di metterli a bilancio, il fondo di riassicurazione nazionale, l'accordo sul Piano Casa, necessario affinché le Regioni non prendano autonomamente decisioni destinate a essere sconfessate dallo Stato, i 200 milioni promessi nell'ambito dell'intesa sulle infrastrutture, che insieme ai 100 messi in campo dalla Regione permetterebbero di dare il via subito a molte opere già cantierabili, legate soprattutto a Torino.

Dopo aver sollecitato i parlamentari piemontesi a fare lobby indipendentemente dallo schieramento politico, la presidente ha anche elencato le risposte che la Regione ha già messo in campo o sta varando per fronteggiare l'emergenza economica. Fra queste figurano l'anticipazione di 563 milioni già a disposizione delle Asl per pagare i debiti scaduti, la creazione di un fondo di garanzia del credito per le aziende sopra i 250 addetti, le risorse per l'acquisto di circa mille nuovi bus ecologici, una forma di aiuto diretta ad aziende che hanno visto la propria domanda crollare quasi del 100%.

Durante l’incontro, al quale ha partecipato con il vicepresidente ed i cinque assessori delle materie pertinenti, la presidente ha anche sostenuto che il vero problema dell'Italia è la finanza derivata, in quanto per amministrare bene la cosa pubblica è necessario avere risorse proprie, gestite per intero. Questo è il federalismo fiscale, che consente di conoscere le proprie entrate e regolare la propria azione amministrativa. In merito alla semplificazione, il primo passo da fare sarebbe attribuire le competenze con chiarezza ai diversi livelli amministrativi.

18 maggio 2009