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Continua il progetto donn@work

Centri interculturali di donne migranti e native in Piemonte

La presentazione del progettoL’annuncio è stato dato a Torino in occasione della presentazione della prima fase, durante la quale è stato ricordato che sono già state realizzate iniziative in tutte le province del Piemonte.

“Stiamo assistendo ad una forte crescita della presenza femminile fra gli immigrati - rileva l’assessore al Welfare e Lavoro, Teresa Angela Migliasso - Il 50% della popolazione straniera residente è costituita da donne, spesso laureate o in possesso di diplomi universitari, che tuttavia vanno ad occupare posizioni poco qualificate come lavori domestici o di cura, anche se molto importanti per la tenuta del tessuto economico e sociale. Questa iniziativa ha permesso di sviluppare positive esperienze di socializzazione tra gruppi di donne e di realizzare attività che hanno visto protagoniste le donne migranti coinvolte nella rete di centri interculturali. L’esperienza è stata ben accolta dal territorio e quest’anno sarà sviluppata e rafforzata, perché il processo d’inserimento ed integrazione della donna straniera è un passo fondamentale per il consolidamento di una società realmente multietnica ed interculturale”.

Il pubblico“Creare luoghi e occasioni di incontro - sostiene Giuliana Manica, assessore alle Pari Opportunità - è il modo più efficace per contrastare la solitudine e l’emarginazione in cui le donne straniere rischiano di ritrovarsi una volta arrivate in un Paese di cui, nella maggior parte dei casi, non conoscono neanche la lingua. Portarle, allora, a incontrarsi e confrontarsi su tutte quelle tematiche che coinvolgono in modo forte la loro vita, dall’accesso al lavoro al rapporto con i figli e con la scuola, ma anche l’apprendimento dell’italiano, il diritto di famiglia, fino a tematiche difficili e, quasi sempre, avvolte nel silenzio come i maltrattamenti e le violenze subite, è lo spirito con cui abbiamo sostenuto donn@work: rendere il Piemonte un’unica famiglia per le donne native e per quelle ‘adottive’. La diffusione delle buone prassi, poi, è uno strumento importantissimo nella lotta contro le discriminazioni, per questo l’esperienza e la professionalità di un’associazione come AlmaTerra, che da più di dieci anni affronta sul campo queste problematiche, rappresenta una risorsa e un punto di riferimento importante per favorire l’integrazione sul nostro territorio”.

16 gennaio 2009