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Nuovo impulso per gli impianti a biogas

Aggiornati i criteri di finanziabilitą, regole per l'utilizzo del digestato

Impianto a biogasLa Giunta regionale ha dato impulso alla costruzione di impianti a biogas, in modo da favorire lo smaltimento dei reflui zootecnici, preservare le falde acquifere, produrre energia rinnovabile e dare lavoro alle numerose imprese piemontesi che costruiscono queste installazioni.

Su iniziativa degli assessori all’Agricoltura, Mino Taricco, all’Ambiente e Risorse idriche, Nicola de Ruggiero, e all’Innovazione ed Energia, Andrea Bairati, il 23 febbraio è stata approvata una delibera che aggiorna i criteri di finanziabilità stabiliti nel maggio 2008 per sostenere gli impianti di trattamento per biogas: potranno essere ammesse a finanziamento regionale le strutture che trattino per almeno il 50% in peso gli effluenti zootecnici; è consentito l’utilizzo di scarti e prodotti dedicati di origine vegetale, in precedenza esclusi, per un quantitativo massimo pari al 30% in peso della miscela; il mais è ammesso fino al 20% in peso. Le produzioni agricole utilizzate dovranno essere reperite entro un raggio massimo di 70 km e fornite di garanzie per la corretta collocazione del quantitativo di azoto in uscita, evitando trasferimenti o rilascio in atmosfera. Inoltre, dovranno destinare i prodotti o sottoprodotti dell’impianto a terreni che richiedono azoto, ottenendo così un corretto bilanciamento dei fabbisogni delle colture.La Giunta ha inoltre regolamentato - come norma di carattere generale, che interessa tutti gli impianti di trattamento - le condizioni per l’assimilabilità del digestato all’effluente zootecnico e le modalità di utilizzo del materiale in uscita.

Nei prossimi giorni verrà adottato il provvedimento che permetterà alle aziende di accedere al programma di sostegno per gli investimenti necessari all’adeguamento alla normativa sui nitrati, attivando prestiti bancari: l’importo garantito ai fini del calcolo del contributo regionale erogato da Confidi non può essere superiore al 50% della spesa ammessa a prestito e potrà essere elevato al 60% se uno o più fornitori degli impianti porteranno garanzie proprie, pari almeno al 20% della spesa. In ogni caso, per la normativa comunitaria, l’importo garantito non può superare l’80% della spesa ammessa; si può cumulare con altri contributi pubblici purché essi complessivamente non superino il 40% del costo degli investimenti. Il tetto massimo di aiuti a una singola impresa non può superare i 400mila euro, o 500mila euro per aziende in zone svantaggiate. L’alimentazione dell’impianto deve essere prevalentemente a reflui zootecnici. Complessivamente, la Regione ha stanziato un milione di euro. La modulistica sarà disponibile su www.regione.piemonte.it/agri/servizi/moduli.htm.

“Questo pacchetto di provvedimenti - hanno affermato la presidente Mercedes Bresso e l’assessore Taricco - permetterà da un lato di semplificare alcune procedure, dall’altro di incentivare l’utilizzo di energie rinnovabili in linea con la politica energetica adottata dall’amministrazione regionale, che intende perseguire obiettivi di risparmio, uso ottimale delle risorse e sfruttamento delle fonti alternative, in un complessivo equilibrio ambientale. Il sostegno alla produzione di biogas, realizzata secondo precisi criteri che permettano l’ottimale utilizzo agronomico e il rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema, è uno degli interventi in questo campo, e ci auguriamo possa rappresentare un importante aiuto alle imprese in una congiuntura economica non facile, e favorire l’occupazione in uno dei settori più nuovi e promettenti dell’agricoltura”.

Infine, un’integrazione al regolamento sull’utilizzo agronomico degli effluenti zootecnici (liquami e letame) permetterà di affrontare il rischio di tracimazione dalle vasche di stoccaggio dovuto alle eccezionali piogge e nevicate dei mesi scorsi. I sindaci sono autorizzati, in qualità di autorità sanitarie e di protezione civile, a disporre il trasferimento dei liquami in eccesso presso altre aziende agricole o impianti di depurazione civile. In caso di ulteriore necessità, possono autorizzare in deroga la distribuzione in campo dei reflui – normalmente non prevista su suoli innevati o saturi d’acqua - purchè con particolari accorgimenti agronomici. La modifica prevede anche la proroga al 31 marzo 2009 dei termini per la presentazione del piano di adeguamento alle norme regionali in materia che le aziende sono tenute a presentare alle Province.

23 febbraio 2009