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La spesa farmaceutica in Piemonte

Il Piemonte dovrà contenere la spesa farmaceutica, voce che al momento pesa sulle casse della Regione per un miliardo e 200 milioni l’anno. Ad affermarlo è l’assessore alla Sanità, Antonio Saitta, dopo che per la prima volta è stata realizzata un’analisi puntuale della spesa per farmaci.

“Il fronte sul quale abbiamo riscontrato i maggiori sprechi - ha annunciato Saitta - è quello della spesa ospedaliera, nella quale il Piemonte si colloca in fondo alla classifica italiana, tanto che peggio di noi fa solo la Puglia. Complessivamente, dovremmo spendere 390 milioni, ma per quest’anno non ce la faremo e le previsioni dicono che arriveremo sui 415. Il nostro trend di spesa è tra i più alti d'Italia, e questa voce è difficile da controllare perché le aziende sanitarie ed ospedaliere finora non hanno mai collaborato nella diffusione dei dati: di fatto mancava quasi completamente il rendiconto e quindi non si potevano esercitare controlli, ma soprattutto nessuno all’interno degli ospedali aveva chiari questi dati. Le aziende che avrebbero dovuto tagliare maggiormente questa voce erano principalmente le sedi universitarie, ovvero Novara e Torino, ma anche Asti, Vercelli e VCO. Abbiamo convocato i vertici degli ospedali piemontesi per dire loro che la spesa deve essere compressa e lanceremo un programma per la tracciabilità dei farmaci acquistati da ciascun ospedale: sarà così possibile capire come le medicine vengono usate e in che modo l’esborso può essere ridotto. Gli spazi ci sono, basta guardare le Regioni più virtuose a parità di offerta sanitaria".

Per quanto riguarda la spesa territoriale, cioè i farmaci consumati direttamente dai cittadini, l’assessore ha puntualizzato che “siamo nella media, e ci basterà fare un taglio di circa 24 milioni, pari al 3,2% del totale. Grandi passi sono già stati fatti incoraggiando i medici di base a prescrivere i generici, con risparmi significativi su statine e anti-ipertensivi”. Per quest’anno il tetto di spesa è stato fissato per il Piemonte a 827,8 milioni di euro, con una riduzione complessiva del 3.36% rispetto al 2013. “Dall’analisi dei flussi di spesa del primo semestre e dalla proiezione fino a fine anno - sottolinea - emerge che ci sono territori che stanno risparmiando, come Cuneo, Novara, Biella, Vercelli e VCO, mentre Torino è gravemente inadempiente ed Alessandria e Asti sono inadempienti ma in lento miglioramento: se non si cambia rotta, non solo non avremo raggiunto l’obiettivo di 827,8 milioni, ma lo supereremo di almeno 20 milioni”.

Secondo Saitta “su molte voci della spesa farmaceutica c’è spazio per risparmiare molti milioni di euro partendo dalla consapevolezza dell’appropriatezza delle prescrizioni, che deve migliorare sia da parte dei medici ospedalieri sia dei medici di base, chiamati ad aiutare i pazienti a non farsi condizionare dalle pressioni del consumismo farmaceutico. I cittadini hanno bisogno che i loro medici di base li aiutino a cambiare mentalità. La Regione non ha alcuna intenzione di fare la parte dei ‘ragionieri del farmaco’, ma sentiamo forte l’esigenza, nella quotidiana battaglia per ridurre la spesa sanitaria, di essere sostenuti dai medici anche nelle prescrizioni. Ci sono esempi virtuosi che fanno comprendere come sia possibile intervenire in accordo con i medici di base: la spesa per farmaci di grande consumo - le statine per il controllo degli eccessi di colesterolo e gli ace inibitori contro l’ipertensione - registra in Piemonte nel primo semestre del 2014 un grande risparmio, perché si è incrementata in maniera significativa la prescrizione del farmaco generico a discapito di quello cosiddetto di marca: qui emerge forte il ruolo del medico prescrittore al quale il paziente si affida completamente”.

Parlando il 30 settembre a margine dei lavori del Consiglio regionale, Saitta ha sostenuto che "in Piemonte ci sono troppe prescrizioni diagnostiche. Stiamo raccogliendo i dati, poi dovremo intervenire per cercare di arrivare a un contenimento. Il problema è individuare le situazioni di inappropriatezza delle prescrizioni. Finora non ci sono mai stati controlli, e i medici di fronte a un sintomo hanno spesso adottato la via di prescrivere ogni esame possibile. Questo vale sia a livello territoriale sia a livello ospedaliero. Come abbiamo fatto per la spesa farmaceutica dovremo capire dove lo spreco è maggiore e poi sensibilizzare i medici sul tema. Se non vogliamo che la sanità pubblica come
oggi la conosciamo salti, andare a stanare ogni spreco è una strada obbligata".

redazione

30 settembre 2014