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Lavorare ad una legge contro le discriminazioni

"Nonostante la crisi i residenti stranieri in Piemonte aumentano, dobbiamo lavorare a una legge contro le discriminazioni": è quanto ha sostenuto l'assessore all'Immigrazione della Regione Piemonte, Monica Cerutti, presentando il 29 ottobre i dati del Dossier Statistico Immigrazione 2014-Rapporto Unar.

Alla fine del 2013 il numero di residenti stranieri in Piemonte è aumentato circa del 10% rispetto all'anno precedente passando dai 384.996 del 2012 a 464.000. La popolazione straniera è il 9.3% del totale, dato superiore alla media nazionale che è del 8.1%: Asti, Alessandria, Cuneo e Novara le province dove l'incidenza è maggiore, Biella e VCO quelle dove è minore. Ma rispetto al 2012 ha visto un peggioramento della propria condizione: il tasso di disoccupazione è del 22.8% e tra i giovani fino a 24 anni sale al 52.7%. Le assunzioni di lavoratori stranieri sono state 82.067, ma nello stesso periodo le cessazioni a loro carico sono state 91.913. Meglio sul fronte del lavoro autonomo, dove le nuove imprese avviate da immigrati sono aumentate del 4.5% e alla fine del 2013 erano 38.704.

"I dati - ha evidenziato Cerutti - indicano come la nostra società stia diventando anno dopo anno sempre più multietnica. Sono convinta che partendo da questo rapporto e dalle tante realtà che operano sul nostro territorio possiamo costruire un percorso di cambiamento anche sotto il profilo legislativo. Dobbiamo avviare la costruzione di politiche comuni, a partire da quella che può essere una nuova legislazione regionale che vada a cambiare norme vecchie, e mettere in campo politiche che siano di aiuto alle amministrazioni locali perché non si sentano sole nella gestione delle problematiche collegate all'immigrazione. È nostro interesse potenziare il Centro regionale sulle discriminazioni e credo che valga la pena che ne derivi un'assunzione politica dell'importanza di questo lavoro. La nostra sfida è quella di provare a costruire una nuova legge regionale contro tutte le discriminazioni. Dobbiamo dare risposte complessive a domande specifiche. Quindi lavorare politicamente per affrontare tutte le problematiche discriminatorie per il raggiungimento di un provvedimento legislativo".

La ricerca mette poi in risalto che, ad indicare come stiano aumentando le seconde generazioni, un nato su 5 nel 2013 è straniero, che gli allievi stranieri iscritti a scuola erano 75.276, pari al 12.7% di tutta la popolazione scolastica e che di questi oltre la metà, il 55.5%, è nato in Italia. Se si guardano gli iscritti alla scuola dell'infanzia si può registrare che tra l'80% e il 90% dei bambini stranieri è nato nel nostro Paese.


 

redazione

30 ottobre 2014