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Precisazioni sul riordino delle strutture residenziali psichiatriche
L'assessore alla Sanità, Ugo Cavallera, risponde a chi accusa la Giunta di aver agito in fretta sul tema del disagio mentale: “Il riordino della residenzialità psichiatrica non deriva da un’autonoma iniziativa dell’assessorato, ma dall’accordo approvato a ottobre dalla Conferenza Unificata Stato-Regioni-Enti locali sulla base di un documento Agenas valido a livello nazionale. Il Consiglio regionale ha deliberato il 23 dicembre il recepimento dell’accordo e ha dato mandato alla Giunta di adottare il nuovo modello residenziale, con conseguente parziale revisione di una sua delibera del 1997”.
“La Giunta - prosegue Cavallera - si è limitata a proporre, al momento, la regolamentazione dei gruppi appartamento, demandando a successivi atti la revisione complessiva di tutta la materia”.
La tipologia delle strutture residenziali psichiatriche viene distinta per il livello di intervento terapeutico-riabilitativo e per il livello di intensità assistenziale offerto secondo tre tipologie: SRP1, struttura residenziale psichiatrica per trattamenti terapeutico-riabilitativi a carattere intensivo; SRP2, struttura residenziale psichiatrica per trattamenti terapeutico riabilitativi a carattere estensivo; SRP3, struttura residenziale psichiatrica per interventi socio-riabilitativi, con differenti livelli di intensità assistenziale, articolata in tre sottotipologie, con personale socio-sanitario presente nelle 24 ore, nelle 12 ore o per fasce orarie.
A questo proposito, l'assessore precisa che “la tipologia SRP3, a differenza delle altre che sono a totale carico del servizio sanitario, in base all’accordo nazionale prevede una compartecipazione del paziente. Ma, proprio per evitare di gravare sui pazienti e sulle loro famiglie ed eventualmente sui Comuni e gli enti gestori nel caso di indigenti, in presenza di redditi medio-bassi l’onere sarà a carico dei servizi sociali della Regione. In sostanza, al di fuori dei casi dei redditi elevati, la Regione copre la quasi totalità degli interventi”.
Prima di adottare la delibera è stato avviato un ampio confronto con gli enti gestori delle strutture e con le associazioni dei famigliari dei malati sul contenuto della nuova regolamentazione, ed il provvedimento è attualmente sottoposto al parere della Conferenza Regione-Enti locali.
“Non vi è alcuna fuga in avanti né intempestività - conclude Cavallera - ma solo la volontà di contribuire a avviare un percorso che dovrà attuare le disposizioni emanate dal servizio sanitario nazionale a tutela dei pazienti e delle loro famiglie, con la previsione di modelli di intervento e di assistenza adeguate alle necessità dei soggetti psichiatrici”.
pmora
01 aprile 2014