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La Regione non ha aumentato i ticket sanitari

La Regione non ha aumentato i ticket sulle prestazioni sanitarie, come invece sostengono Cgil, Cisl e Uil.

La direzione Sanità fa presente che la delibera di Giunta del 2 luglio scorso, alla quale fanno riferimento i sindacati, è semplicemente l’applicazione della revisione del nomenclatore tariffario per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e di ricovero previsto da un decreto del Ministero della Salute. Dunque, un obbligo di legge e non una scelta discrezionale della Regione.

Il decreto ha provveduto, in applicazione della spending review, a determinare le tariffe massime per la remunerazione delle prestazioni di assistenza ospedaliera per acuti, assistenza ospedaliera di riabilitazione e lungo-degenza post acuzie e di assistenza specialistica ambulatoriale, ed ha individuato anche i criteri generali in base ai quali le Regioni sono tenute ad adeguare il proprio sistema tariffario ai principi di appropriatezza ed efficienza.

Nella stragrande maggioranza dei casi le tariffe vengono ridotte, con benefici economici per i cittadini. Inoltre, non viene modificato il tetto massimo di compartecipazione che continua a rimanere di 36,15 euro + 30 euro di quota fissa. Alcuni esempi: il costo di una ricetta base relativa agli esami di laboratorio comprendente emocromo, esame urine, enzimi epatici, colesterolo, trigliceridi, glicemia passa da 21,70 (17,20+4,50) passa a 16,30 euro (13,30+3), con una diminuzione di 5,40 euro; il costo a carico del cittadino non esente di una Tac toracica passa da 61,65 (36,15+25,50) a 58,95 euro (36,15+22,80), con una diminuzione di 2,70 euro.

L’esempio della prima visita specialistica è uno dei pochi casi (4% del totale) nei quali vi è un lieve aumento, dovuto all’incremento del costo base della prestazione definito a livello ministeriale e di conseguenza all’aumento automatico della “quota fissa”.

pmora

25 luglio 2013