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- Il Valdese oggi e domani (0kb)
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Riorganizzazione del Valdese di Torino
L’assessore regionale alla Sanità, Paolo Monferino, precisa quale sarà il futuro dell’ospedale Valdese di Torino: “La chiusura delle attività del presidio, pur mantenendo l’operatività del contiguo poliambulatorio, consentirà risparmi per circa 8 milioni di euro che saranno reinvestiti in gran parte nel rafforzamento della rete delle cure primarie. I percorsi terapeutici delle patologie tumorali mammarie saranno garantiti ed inseriti nella Città della Salute e della Scienza dove sorgerà una vera e propria Città della Donna, allocata nel contesto del Sant’Anna, storico ospedale di genere della città di Torino. Tale centro avrà un volume di attività di livello europeo, paragonabile a quello dell’Istituto dei Tumori o dello IEO di Milano”.
“E’ doveroso - prosegue Monferino - conservare memoria dello storico apporto della comunità valdese nell’erogazione dell’assistenza sanitaria. In tal senso saranno attuate le più opportune iniziative. Sia il polivalente ambulatorio sia la costituenda ‘Breast Unit’ di senologia saranno custodi di tale storica memoria”.
Questa nuova struttura, che avrà sede nel Sant’Anna, unirà i volumi di attività di Molinette, Sant’Anna stesso e Valdese e sarà in grado di affrontare circa 1800 interventi alla mammella all’anno. “Il nuovo modello organizzativo - rileva l’assessore - consente di dare vita ad una struttura di eccellenza paragonabile, basandosi sugli alti volumi di attività, all’Istituto oncologico milanese”.
Per quanto riguarda la continuità delle cure erogate dal Valdese alle pazienti, la direzione sanitaria della Città della Salute e la direzione generale dell’Asl TO1 hanno contattato il responsabile dell’attività di senologia acquisita dall’esterno come service, offrendo la più ampia disponibilità per una collaborazione ottimale.
Monferino ricorda infine che “come è già avvenuto nelle Regioni italiane più avanzate, la chiusura dei piccoli ospedali, spesso collocati a pochi metri da strutture più grandi ed efficienti, consente di concentrare in una rete i principali percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali. Ciò garantisce, con l’incremento delle prestazioni nei centri più specializzati ed adeguati tecnologicamente, risultati migliori e minori complicanze. Questa asserzione è dimostrata dai dati forniti dall’Agenzia nazionale per la Sanità. I risparmi ottenuti da una maggior efficienza della rete potranno essere reinvestiti per rafforzare i servizi del territorio che si rivolgono alle categorie più fragili, in costante aumento soprattutto per l’allungamento della vita media dei cittadini e la conseguente prevalenza delle patologie croniche”.
redazione
09 gennaio 2013