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Tav: subito risorse per compensazioni e indagare su soldi a chi protesta

Un'immagine della riunioneIndagare su chi finanzia i gruppi che si oppongono alla Torino-Lione e immediato sblocco dei primi fondi per le compensazioni sono le richieste che il presidente della Regione, Roberto Cota, ha avanzato durante la riunione sulla Tav svoltasi il 1° marzo a Roma.

All’incontro, oltre a Cota, erano presenti il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Mario Ciaccia, il capo della Polizia, Antonio Manganelli, il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Leonardo Gallitelli, il presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta, e il sindaco di Torino, Piero Fassino.

“Abbiamo ribadito l’importanza strategica dell’opera e il fatto che la sua realizzazione va avanti - ha dichiarato Cota - In particolare ho posto due questioni: la prima, di cercare di capire da dove arrivano i finanziamenti per questi gruppi che protestano. Non è gente della Valsusa. E’ in atto un processo mediatico che dà un’immagine sbagliata, poiché la maggioranza della popolazione della valle è a favore della Tav. Siamo davanti a persone che arrivano da fuori e che sono finanziate, probabilmente, da chi ha interesse affinché il Piemonte non si sviluppi. Altro tema fondamentale è quello di reperire le risorse per le opere di compensazione: ho chiesto che vengano immediatamente sbloccati i 20 milioni di euro che sono un anticipo per il nodo ferroviario di Torino-Caselle. Ho chiesto anche che il Governo possa contribuire con una cifra significativa per la creazione di un fondo per la realizzazione di piccole opere sul territorio, ed in questo senso la Regione si impegnerà anche con fondi propri. Violenze e intimidazioni devono cessare e questo è il compito del Viminale e delle forze dell’ordine, che ringrazio per quanto stanno facendo”.

Durante l’incontro, Governo, Regione Piemonte, Provincia e Città di Torino hanno confermato l’impegno per la realizzazione del “Corridoio mediterraneo”, di cui l’alta velocità in Valsusa è un tratto essenziale, in quanto investimento di valore nazionale ed europeo per lo sviluppo e il lavoro, che l’Unione Europea ha inserito tra le dieci priorità infrastrutturali strategiche e che conseguirà un significativo miglioramento ambientale grazie al consistente trasferimento di trasporto delle merci dalle ruote alla ferrovia. Nel ribadire questo impegno, Governo e istituzioni piemontesi si rivolgono alle comunità locali e ai loro rappresentanti perché si superi ogni forma di contrapposizione pregiudiziale e ciascuno concorra alla migliore realizzazione dell’opera. Va anche tenuto presente che il tracciato e le modalità dell’investimento sono stati in questi anni ampiamente ridefiniti dall’Osservatorio Tav, proprio per tenere conto delle distanze delle comunità locali, essendo anche già stati individuati gli investimenti a beneficio dei Comuni per il riassetto idrogeologico e per lo sviluppo della valle.

Nel comunicato diffuso dal Ministero dell’Interno al termine della riunione si fa presente che “le porte del dialogo sono sempre aperte, purché la finalità sia l’individuazione delle migliori soluzioni per la realizzazione dell’opera e non il suo annullamento. In ogni caso qualsiasi possibilità di dialogo è subordinata alla cessazione di ogni forma di intimidazione, sopruso e violenza e all’isolamento di chi, individualmente o collettivamente, vi ricorra. Ed è responsabilità di chi ha incarichi istituzionali - a partire dai sindaci - operare perché leggi e regole della nostra convivenza civile siano rispettate. La legalità è un valore primario per ogni società libera e per il suo rispetto le Forze dell’ordine agiranno con la determinazione, l’equilibrio e la responsabilità di cui hanno dato ampia prova anche in questi mesi. Ogni violazione della legalità è un danno grave, anche economico, al Piemonte e all’Italia”.

Intervenendo il 2 marzo a Radio 24 il presidente Cota ha puntualizzato i concetti espressi durante la riunione: “Vedo che la stragrande maggioranza delle persone che fa queste proteste non é della valle di Susa e ha tanti soldi a disposizione. La Tav dà una prospettiva di sviluppo alla valle. Può essere che ci sia qualcuno contrario allo sviluppo del Piemonte e della valle che evidentemente finanzia il movimento No Tav. Ci sono gruppi di potere contrari al nostro territorio che possono avere un qualche interesse a dare un’immagine negativa”. Per Cota, però, non si tratterebbe di soggetti politici: “C’è ambiguità da parte di alcuni di loro, ma andrei a cercare altrove”. Comunque, “la Torino-Lione va fatta perché non siamo il Paese delle banane, in cui si discute per dieci anni e poi non si fa niente. Abbiamo dialogato per dieci anni e non é che scopriamo oggi che bisogna fare la Tav. L’Osservatorio ha portato a un cambiamento del tracciato, ma oggi si utilizza il termine dialogo strumentalmente, solo per dire che l’opera non si deve fare”.

A "Radio anch'io" Cota ha invece posto l'accento sulla sicurezza della Tav: "La modifica del tracciato risponde a esigenze di basso impatto ambientale. Sulla pendenza e la velocità gli ingegneri sono arrivati alla soluzione attuale che garantisce anche dal punto di vista delle tecniche moderne di costruzione. Sono tranquillo sotto questo aspetto" Inoltre è tornato sul tema delle opere di compensazione e sulla necessità di aiutare la Valsusa: "E' una valle che è stata dimenticata ed esce da anni di edilizia selvaggia. Un'attenzione per questo territorio va dimostrata da tutte le istituzioni. Biisogna anche realizzare gli investimenti sulla linea storica, ma pure una serie di interventi nei comuni, sui parchi, l'illuminazione, l'auditorium, e per questi la Regione può reperire risorse tramite i fondi europei".

Il presidente ha quindi annunciato che martedì 6 marzo incontrerà una delegazione di sindaci valsusini: “Ci sono sindaci che sono per la legalità e io mi schiero al loro fianco e al fianco di tutte la gente che non si identifica nei violenti. C’è la voce di una valle che non riesce a farsi sentire e non si riconosce nelle scene che si vedono in televisione. Ho sentito al telefono diversi sindaci che non ne possono più. Questa indignazione pacifica e democratica deve uscire ed è giusto che questi sindaci che non sono d’accordo con chi protesta alzino la testa. Ed è giusto che anche la gente alzi la testa e alzi  la voce,  manifestando tutta la propria indignazione, ovviamente in modo assolutamente pacifico e non violento. I turisti - ha proseguito - non vanno più nella valle e c’è gente che sta perdendo il lavoro e ne ha le scatole piene di questa situazione surreale. L’indignazione delle persone normali, dei tanti che sono stanchi di blocchi, minacce e soprusi, sta crescendo ed è giusto che trovi ascolto. Di fronte alla violenza - ha concluos Cota - la risposta non può essere il cedimento. Nè si può parlare di rallentamento, o di sospensione: sarebbe un grave errore. Prima di tutto perché daremmo l'immagine di un territorio dove le cose non si fanno mai;  e poi perché non si può far passare il messaggio che chi usa la violenza poi ottiene dei risultati”.

L’assessore regionale ai Trasporti, Barbara Bonino, ha invece rilasciato una dichiarazione dove sostiene che “l’unico danno ambientale derivante dai cantieri della Torino-Lione sono i No Tav: provocano più disastri di un’alluvione. Dovremmo chiedere al Governo di concedere lo stato di calamità per la Valsusa. Il movimento No Tav sta mettendo in ginocchio la valle, colpendo ogni settore: la Sitaf ha già annunciato la cassa integrazione, l'affluenza turistica è in drastico calo, i commercianti sono in sofferenza. Un disastro economico su tutta la linea, che avrà pesanti ripercussioni dal punto di vista occupazionale. Per non parlare dei danni ambientali e materiali, dalla devastazione di giardini pubblici, stazioni, treni, del manto stradale dell’A32 alla distruzione della “tomba della Regina” a Chiomonte. O dei costi che lo Stato deve sostenere per mantenere i contingenti di polizia, carabinieri ed alpini a difesa dell’area di cantiere. E’ una situazione inaccettabile e sono vergognose le prese di posizione di quegli esponenti politici che si ostinano a difendere e giustificare le violenze compiute dai No Tav. Violenze ai danni non solo del patrimonio, ma anche delle persone, a partire dalle forze dell’ordine, per finire con i giornalisti inviati sul posto. E di tutti gli automobilisti di cui si è messa a repentaglio la vita con lo spargimento di chiodi sulle strade della Valsusa”.

01 marzo 2012