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Gli etruschi ad Asti

Palazzo Mazzetti di Asti ospita fino al 15 luglio 2012 un grande evento che analizza, per la prima volta, il rapporto socio-culturale tra il Mediterraneo e il popolo etrusco, che entrò in stretto contatto con le comunità indigene della valle del Tanaro, ebbe inevitabili riverberi nell’Italia settentrionale e nell’Europa celtica e, con i suoi intensi traffici, diffuse idee e costumi caratteristici del mondo greco-omerico e levantino.

La mostra, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti con la collaborazione scientifica dei Musei Vaticani, con il sostegno della Regione Piemonte e il coordinamento organizzativo di Civita, presenta 300 oggetti, in molti casi inediti, provenienti dai Musei Vaticani e dalle principali istituzioni museali e culturali italiane (Soprintendenze per i Beni archeologici della Toscana, dell’Etruria meridionale e Beni archeologici del Piemonte, il Museo archeologico e d’arte della Maremma di Grosseto, il Museo civico archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia, il Castello di Racconigi, i Musei Civici di Asti, la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna, la Biblioteca Reale di Torino). A questi si aggiunge la straordinaria ricomposizione di una tomba a camera etrusca dipinta, detta “della Scrofa nera”, restaurata in occasione della mostra, con una scena di banchetto aristocratico del V secolo a.C., suggestivamente ambientata nel suo contesto originale.

Il percorso espositivo, suddiviso in due parti: la prima si apre con l’Elmo crestato villanoviano in bronzo, simbolo del primo contatto tra gli Etruschi e la comunità della valle del Tanaro, ritrovato proprio ad Asti alla fine dell’Ottocento, forse donato a un capo locale da uno dei principi-guerrieri che nella seconda metà dell’VIII sec. a.C. dall’Etruria giunsero in queste zone per aprire nuovi sbocchi al commercio; la seconda con l’analisi dei cerimoniali del banchetto, nelle sue diverse rappresentazioni, documentate da servizi di pregio, arredi ed eloquenti immagini di pittura e scultura. In chiusura viene infatti riproposto il lussuoso gabinetto “etrusco” del Castello di Racconigi, commissionato da re Carlo Alberto al genio artistico di Pelagio Palagi. Per la prima volta sono raccolti assieme disegni originali, arredi e decori dello studiolo neoclassico: un omaggio al rapporto fra Etruschi e Savoia e al gusto artistico “all’etrusca” che si diffuse in Europa fra Sette e Ottocento.

“Una grande esposizione - la definisce l’assessore regionale alla Cultura, Michele Coppola - dedicata alla civiltà che fu la prima cerniera culturale fra il mondo mediterraneo e l’Europa celtica allestita in una sede non casuale: uno dei pezzi di maggior pregio è infatti l’elmo crestato villanoviano in bronzo, celato per molti secoli nelle acque del Tanaro e riportato alla luce, nel 1875, durante i lavori condotti presso il ponte della strada per Nizza Monferrato”.

16 marzo 2012