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Cambia il testo unico per le aree naturali e la biodiversità

Affidamento alla Giunta della responsabilità dell’approvazione dei “piani d’area”, nomina dei presidenti degli Enti di gestione delle aree protette e dei Sacri Monti con decreto del presidente della Regione, riduzione dei componenti dei consigli di amministrazione, diminuzione dei tempi sugli indennizzi per i danni provocati dalla fauna selvatica, istituzione del Centro per la conservazione dei Sacri Monti piemontesi sono le principali novità del disegno di legge approvato il 28 luglio dal Consiglio regionale, che interviene sul “Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità”.

L’assessore regionale ai Parchi e alle aree protette, William Casoni, sottolinea che “il nuovo testo unico regolamenta in maniera più snella e rapida le attività e le funzioni dei parchi del Piemonte e recepisce i rilievi di costituzionalità avanzati nel maggio 2010 dalla Corte costituzionale in merito alle competenze della Regione in materia di pianificazione e di classificazione delle zone di salvaguardia quali aree protette in relazione ai divieti previsti”. Pertanto spetterà alla Giunta approvare i “piani d’area”, previo parere della commissione consiliare competente. Il presidente della Regione nominerà direttamente i presidenti degli enti di gestione dei parchi d’intesa con la comunità delle aree protette e il presidente dell’ente di gestione dei Sacri Monti d’intesa con gli enti locali interessati.

I componenti dei consigli d’amministrazione scendono a cinque: per i parchi sono due di nomina regionale (di cui uno è il presidente), uno di designazione provinciale e due designati dalla comunità delle aree protette. I componenti dell’ente unico gestore dei sette Sacri Monti piemontesi sono sedici: oltre al presidente e ad un ulteriore rappresentanze di nomina regionale, ciascun Sacro Monte designa due componenti: uno in rappresentanza dell’amministrazione religiosa ed uno in rappresentanza delle amministrazioni comunali interessate.

Per quanto riguarda gli indennizzi per i danni prodotti dagli animali selvatici a coltivazioni, allevamenti e pascoli all’interno delle aree protette, compete alle Province accertare e risarcire i danni previo trasferimento obbligatorio della Regione, procedendo alla liquidazione entro 90 giorni dalla data dell’accertamento invece dei 120 stabiliti dalla legge regionale n. 19/2009. Sono altresì previste misure preventive da parte dei parchi e delle aziende agricole nell’ambito dei piani di gestione faunistica, allo scopo di ridurre gli oneri rilevanti dei risarcimenti. “I piani di abbattimento per contenere i cinghiali e altre specie - precisa l’assessore - dovranno essere assolutamente realizzati, pena un taglio delle risorse all’ente parco. Se poi non saranno sufficienti i guardaparco, potranno essere coinvolti i cacciatori nel rispetto dei piani di contenimento della fauna selvatica”.

“Attraverso la normativa, ad ogni passaggio vengono abbreviati fortemente i tempi di risposta della Pubblica amministrazione - prosegue Casoni - permettendo di creare unitarietà d’intenti e di costruire finalmente un sistema dei parchi. L’obiettivo è promuovere lo sviluppo turistico-ambientale e la fruizione di aree che diventino delle vere e proprie risorse, e quindi oltre agli interventi rivolti alla loro conservazione ci siano azioni rivolte a garantire maggiori servizi ai cittadini e ai turisti”.

Infine, Casoni sostiene che “occorre che i residenti siano direttamente coinvolti nella rivalutazione delle aree naturali, in piena collaborazione con l’ente parco. Chi ha idee per rivitalizzare le aree può farsi avanti e avere risposte dall’Amministrazione regionale. Ricordo anche che daremo un marchio di qualità ai prodotti agricoli provenienti dalle aree del parco che garantisca il ‘prodotto più puro’ e la provenienza da quell’area”.

aquaglia

29 luglio 2011