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La geografia delle specializzazioni

Nel 2009 il Piemonte ha prodotto l’8% del prodotto interno lordo nazionale, ma è ancora troppo legato ai settori industriali tradizionali a basso contenuto tecnologico. A segnalarlo sono i dati diffusi il 15 novembre da Regione e Unioncamere ed elaborati dall’Osservatorio sulle vocazioni produttive dei territori piemontesi.

Il Pil di 121.563 milioni di euro é stato realizzato da aziende in “lieve squilibrio finanziario”, in linea con la situazione complessiva delle società di capitale in Italia, sebbene caratterizzate da maggiore efficienza e più elevata redditività. La vocazione industriale è quella manifatturiera, cui sono votati 28 ambiti di intergrazione sui 33 in cui è stato diviso il Piemonte. La seconda per importanza, ma con soli due ambiti, è la vocazione turistica.

Approfondendo i dati relativi a ciascun ambito, risulta come il Piemonte sia ancora molto legato ai settori tradizionali a basso contenuto tecnologico, che rappresentano il 40% del totale contro il 6% legato all’alta tecnologia. Anche sul fronte dei servizi non si registrano specializzazione ad alto contenuto di conoscenza, e il 12% appartiene a campi caratterizzati dallo scarso contenuto tecnologico.

“Con questa pubblicazione - sostiene Giovanna Quaglia, assessore regionale al Bilancio - la Regione intende offrire uno strumento di lavoro utile per fornire alla pubblica amministrazione e ai potenziali investitori elementi di conoscenza delle specializzazioni produttive e delle eccellenze del territorio piemontese”.


redazione

15 novembre 2010