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Il credito alle imprese artigiane a confronto

Esperienze regionali a confronto, il 28 gennaio a Torino, nel corso del convegno organizzato dall’assessorato all’Artigianato della Regione Piemonte con l’obiettivo di analizzare le politiche messe in materia di credito alle imprese artigiane e le successive ricadute sull’economia del territorio.

L’accesso al credito è un problema particolarmente sentito dalle piccole imprese, ancora di più in questo momento di forte crisi. Nel difficile compito di individuare le risposte pubbliche al problema, dopo il decentramento delle competenze in materia di artigianato, il ruolo delle Regioni ha assunto una rilevanza di primo piano.

“Con il Testo unico del 2009 - ha osservato il vicepresidente della Giunta, Paolo Peveraro, con delega all’Artigianato - la Regione Piemonte ha avviato un’importante riforma degli assetti della sua politica e puntato molto sulla programmazione degli interventi economici a favore delle imprese artigiane. Ecco allora che, in ragione di questa maggiore flessibilità nella predisposizione degli interventi, per l’Amministrazione diventa importante conoscere come si comportano le altre Regioni per trarne eventualmente utili suggerimenti”.

Cosa accade in Lombardia e in Toscana è stato approfondito da una ricerca condotta con il coordinamento del Sistema informativo delle Attività produttive della Regione Piemonte. Dalla comparazione è emerso che a fronte di un’apparente uniformità nelle politiche sono riscontrabili interessanti elementi di peculiarità. In tema di governance c’è una comune tendenza all’azione diretta sul sistema del credito attraverso la finanziaria regionale o la partecipazione o il sostegno al principale soggetto di garanzia, la concertazione con le confederazioni artigiane nel caso piemontese, il sistema concertativo tra Regione e banche in Toscana e infine la strutturata collaborazione della Lombardia con il sistema camerale. Rispetto alla normativa spiccano come casi estremi il Testo unico piemontese e le cinque leggi, esclusive e generali, della Lombardia, mentre è comune l’identificazione degli interventi a sostegno del sistema di garanzia. La programmazione riflette la settorializzazione rilevata a livello legislativo, con il Piemonte che si dota di due strumenti specifici e Lombardia e Toscana che invece non prevedono documenti ad hoc. L’esame delle agevolazioni evidenzia un comune processo di razionalizzazione delle misure e della gestione dei fondi, a cui si accompagna però una diversa ottica: “esclusiva” in Piemonte e Lombardia e tendenzialmente “generalista” in Toscana. Diverse le esperienze nel sistema di garanzia: Piemonte e Toscana guardano alla razionalizzazione dei confidi di primo grado (pochi ma rilevanti), in Lombardia vi è un soggetto unico di secondo livello con finalità di controgarante che fa da contrappeso ad un sistema di confidi di primo grado (molti soggetti di medio-piccole dimensioni e con rilevanza settoriale e/o territoriale).

“Per quanto riguarda il Piemonte - ha concluso Peveraro - un elemento molto importante è la concertazione della Regione con le associazioni di categoria, dalla quale tra l’altro è nato il Testo unico per l’artigianato, che in fase di programmazione assegna un posto di rilievo all’accesso al credito con l’obiettivo di favorirlo, soprattutto nei momenti, come questo, di profonda crisi. Per fronteggiare le difficoltà congiunturali, prima fra tutte la stretta creditizia, la Regione ha inoltre assunto una serie di misure straordinarie, tra cui lo stanziamento di 72 milioni di euro per la patrimonializzazione del sistema dei confidi, il fondo di riassicurazione per le pmi con una dotazione di 40 milioni di euro e la moratoria sui debiti delle imprese nei confronti del sistema bancario”.

28 gennaio 2010