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L'immagine della Sindone negli affreschi

L'inaugurazione della mostraSparsi in tutto il Piemonte, testimoniano una devozione che sin dal 1600 ha accomunato nobili e borghesi, aristocratici e popolani: sono gli affreschi en plein air, che venivano realizzati in occasione del passaggio della Sindone sotto gli spioventi di un tetto di una casa, di una chiesa o all’angolo di una via e che hanno rappresentato una consuetudine artistica piuttosto diffusa nel corso dei secoli. Raffigurazioni murarie su siti pubblici e privati che oggi costituiscono un patrimonio culturale e storico che va oltre il profilo religioso.

Le testimonianze di questi dipinti sono raccolte nella mostra “L’immagine della Sindone in Piemonte. Affreschi en plein air”, visitabile nella sede romana della Regione Piemonte (via delle Quattro Fontane 116), dal 26 febbraio al 12 marzo 2010, dal lunedì al venerdì con orario 10-18. In 30 pannelli sono riprodotte opere ben conservate come l’affresco seicentesco della Cappella Sant’Anna a Robilante o il dipinto raffigurante la Madonna tra i cherubini, presente a Torino nell’area archeologica di Palazzo Madama. Ci sono però anche tracce più sbiadite, ma non per questo meno significative, come l’affresco sindonico di un edificio privato in via Duca d’Aosta a Trino Vercellese e il timpano spezzato sovrastante l’ampio portone di ingresso della cascina Vignassone a Montechiaro d’Asti, dove è visibile un dipinto del pittore Carlo Morgari che raffigura due angeli mentre srotolano il sudario. Il Seicento resta comunque l’epoca d’oro degli affreschi sindonici, che continuarono ad essere realizzati nel corso dei secoli successivi narrando le immagini di carestie, fulminazioni ed eventi straordinari che colpivano l’immaginazione dei fedeli: una storia minore in cui si riconoscono i connotati di un’identità sia religiosa che laica, opera di artisti itineranti, spesso anonimi, che si facevano interpreti del culto locale di richiesta di protezione, laddove la Sindone passava, ma anche dove semplicemente se ne conosceva il mito.

Il lavoro di individuazione e raccolta delle testimonianze di devozione al Sacro Lino ha richiesto anni di impegno e suggerisce emozioni complesse, riscoprendo piccoli tesori del passato e una vitalità architettonica e artistica del Piemonte che non è mai venuta meno.

L’iniziativa che la Regione realizza in collaborazione con l’associazione culturale “Homo Ridens… Homo Sapiens” non rientra semplicemente nelle manifestazioni di supporto all’Ostensione 2010, ma intende sviluppare una sua piena valenza culturale, storica e di ricerca delle radici della comunità piemontese. La tappa romana è la diciottesima edizione della rassegna, allestita per la prima volta nel 2006 in occasione del 500° anniversario della Liturgia della Sindone.

25 febbraio 2010