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Collaborazione tra Regione e Provincia di Torino

I presidenti Cota e SaittaLa nuova amministrazione della Regione intende collaborare strettamente con la Provincia di Torino. Lo ha garantito il presidente Roberto Cota ad Antonio Saitta durante un incontro svoltosi il 26 aprile e Saitta ha accolto l’invito, rimarcando che avere buoni rapporti istituzionali è utile per il territorio.

“Ho ribadito - ha ricordato Cota - che voglio creare una squadra Piemonte, ed è evidente che in questa squadra ci devono essere le istituzioni, oltre alle varie categorie economiche e sociali. La Provincia di Torino è un’istituzione importante, per cui ho proprio voglia di collaborare. Spero che riusciremo ad andare d’accordo e ad affrontare insieme una serie di problemi”.

Cota si è quindi soffermato sulla necessità di “fare un tagliando” ai rapporti con gli enti locali, rivedendo la legislazione regionale in modo trasferire sempre più compiti amministrativi dalla Regione verso le Province e i Comuni: “Abbiamo una legislazione dal 2000 in poi trasferisce una serie di competenze alle Province e che trova il suo culmine nello Statuto, che era stato approvato mentre io ero presidente del Consiglio regionale e Saitta era consigliere, e aveva lavorato in molte parti alla sua stesura. Questo Statuto - ha sottolineato - introduce il principio della sussidiarietà, per cui alla Giunta regionale toccano le funzioni di governo, mentre le funzioni di carattere amministrativo vengono gestite da Comuni e Province. Fare un tagliando a questa legislazione può rendere più efficace l’applicazione del principio di sussidiarietà”.

A proposito della costruzione della Torino-Lione, Cota ha sostenuto che “la situazione è sotto controllo. I tempi sono stretti ma stiamo andando avanti. Pero c'é una cosa da fare: bisogna spiegare agli enti locali che la Tav deve essere un’opportunità. Il 21 maggio faremo una riunione con gli amministratori locali valsusini. Intendiamo ripartire dal Piano di sviluppo che la Provincia aveva messo a punto nei mesi scorsi per incarico dell’Osservatorio. Vedremo se va bene, e se sarà necessario faremo qualche integrazione. Poi lo manderemo avanti, perché questo Piano diventa anche lo strumento per illustrare sul territorio che cosa si fa oltre all’opera”.

26 aprile 2010