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Imposte: alle Regioni l'Iva e non l'Irap

Il Palazzo Madama di Torino ha ospitato il 30 ottobre la presentazione del Rapporto 2009 sulla legislazione tra Stato, Regioni e Unione europea, consueto summit annuale tra Parlamento e Regioni quest’anno incentrato sui seguenti temi: in che modo le politiche locali concorrono a condeterminare le politiche nazionali; la riarticolazione territoriale delle politiche pubbliche nazionali; l’impatto della recente legge sul federalismo fiscale.

L’evento è stato promosso dal Comitato paritetico Senato della Repubblica, Camera dei deputati, Conferenza nazionale dei Consigli regionali e realizzato dall’Osservatorio sulla legislazione della Camera dei deputati congiuntamente alla Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome. Dopo i saluti di Davide Gariglio, presidente dell’assemblea legislativa del Piemonte, e di Sergio Chiamparino, sindaco di Torino, sono intervenuti Gianfranco Fini, presidente della Camera dei deputati, Rosy Bindi, vicepresidente della Camera dei deputati e presidente del Comitato di vigilanza per l’attività di documentazione, Carlo Vizzini, presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato, Monica Donini, presidente del Consiglio regionale dell’Emilia Romagna, e Mercedes Bresso, presidente della Regione Piemonte.

Nel suo intervento, Bresso ha sostenuto: “Decidiamo però che l'imposta delle Regioni è l’Iva, e che di conseguenza esse la possano gestire come meglio credono. L’Irap direi di toglierla immediatamente dalle imposte regionali, perché in un ordinato federalismo se una imposta è mia non puoi toglierla senza dire con cosa la sostituisci. L’Iva è già una fonte fiscale che serve per le Regioni, visto che di qui si prende la differenza mancante dall'Irap e dall’addizionale Irpef per completare il fabbisogno nel campo della sanità. Attribuendo l'Iva interamente alle Regioni si avrebbe il vantaggio che questa coprirebbe quasi del tutto il fabbisogno per le competenze regionali. Inoltre, le Regioni, come hanno fatto i Comuni con le imposte di loro competenza, potrebbero recuperare molta evasione. Questo perché il controllo sarebbe può vicino e ci sarebbe quindi maggior possibilità di compiere semplici verifiche. Inoltre l'Iva sarebbe modulabile, sempre in accordo con l'Unione Europea, secondo le necessità del territorio ed il periodo. Per esempio oggi - ha concluso - si potrebbe modulare in modo utile al contrasto della crisi".

30 ottobre 2009