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Documentazione:

Una legge regionale sui distretti agroalimentari

Nuova progettualità di territorio per il Piemonte

enogastronomia

Il Piemonte ha una nuova legge sui distretti rurali e agroalimentari di qualità, che introduce criteri più omogenei e flessibili per l’individuazione e la gestione delle realtà territoriali caratterizzate da una forte vocazione in questi ambiti e che sviluppano una economia integrata di filiera.
“Con questa nuova legge - ha commentato l’assessore all’Agricoltura, Mino Taricco, dopo l’approvazione del testo, avvenuta il 30 settembre in Consiglio regionale - abbiamo voluto introdurre un diverso modo di fare sistema sul territorio e una diversa modalità per la sua gestione, potremmo dire un nuovo approccio culturale, che non si limiti a distribuire risorse, ma punti a integrare gli attori della filiera - dalla produzione alla commercializzazione alla promozione - a coordinare le iniziative, a favorire la partecipazione di tutte le forze sociali ed economiche per uno sviluppo del territorio nel suo complesso. La normativa mira anche a regolare in maniera coerente settori sinora frammentati e, nello stesso tempo, a prevedere elementi di flessibilità che consentano un costante adeguamento al mercato. Questo nuovo modello organizzativo e progettuale, che è in linea con gli orientamenti nazionali e comunitari, crediamo possa costituire un fattore importante di crescita, di sviluppo sostenibile, un motore per la competitività dei nostri territori”.

I distretti agroalimentari di qualità sono sistemi produttivi territoriali, consolidati intorno a uno o più prodotti di riferimento, caratterizzanti e di significativa valenza economica, e che comprendono produzioni certificate o di prossimo riconoscimento in base alla normativa comunitaria. Debbono essere inoltre caratterizzati da integrazione di filiera, da interdipendenza tra imprese agricole, aziende di trasformazione e commercializzazione, e l’indotto di carattere turistico-culturale. Possono essere compresi i sistemi territoriali nei quali prevale la produzione biologica. I distretti rurali sono sistemi produttivi a forte vocazione rurale dove l’agricoltura è l’attività prevalente, caratterizza l’identità storica e territoriale dei luoghi ed è integrata ad altre attività economiche (artigianato, piccola industria, ristorazione e ricettività, attività culturali), tali da valorizzare a propria volta le attività rurali.

Assessore all'Agricoltura, Mino Taricco

Il distretto è costituito da aree non necessariamente contigue dal punto di vista geografico, anche a carattere interregionale, dove sussistano correlazioni economico-culturali, così come lo stesso territorio può appartenere a più distretti. Il ruolo di capofila e di iniziativa nell’individuazione dei nuovi distretti è affidato alle Province, le cui proposte dovranno essere approvate dalla Giunta regionale. Il governo di distretto è incentrato su forme di parternariato pubblico/privato.
Per garantire continuità, vengono riconfermati i distretti esistenti (riconosciuti ai sensi delle leggi regionali 20/1999 e 26/2003), mentre sono in corso di definizione nuove realtà territoriali. I distretti dei vini, sinora regolati da una legge specialistica (l.r. 20/99), vengono ricompresi all’interno della nuova legge, risolvendo così un anomalia normativa, e riconducendo anch’essi nel quadro di linee di indirizzo omogenee.

va

Torino, 30/09/2008