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Quando le famiglie fanno coming out

I risultati della ricerca "Family Matters in Piemonte"

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Le famiglie dei giovani gay e lesbiche si trovano sostanzialmente sole nell'affrontare le difficoltà di accettare l'omosessualità dei figli e nell'aiutarli a fronteggiare discriminazioni e violenze. Da questa considerazione è partita la ricerca "Family Matters in Piemonte", voluta dall'assessorato alle Pari opportunità della Regione.

Realizzata dal Dipartimento di Ricerca sociale dell'Università del Piemonte orientale, con la supervisione scientifica di Chiara Bertone e in collaborazione con l'Agedo (Associazione genitori di omosessuali), la ricerca - che approfondisce quella effettuata a livello nazionale nell'ambito di un progetto finanziato dalla Commissione Europea - si è basata su questionari e interviste che hanno coinvolto genitori, fratelli e sorelle di giovani omosessuali e si è concentrata sui bisogni e le risorse a cui le famiglie possono accedere per fronteggiare le difficoltà legate alla conoscenza dell'omosessualità di un proprio familiare.

E' emerso, in particolare, che esistono già alcune risposte più strutturate delle istituzioni e del mondo sociale, anche in termini di servizi offerti alle problematiche omosessuali. Uno dei limiti rilevati è, però, la forte discrepanza tra Torino e il resto del territorio: il capoluogo concentra la quasi totalità delle iniziative, come nel caso del Servizio Lgbt del Comune (unico in Piemonte), e solo sporadicamente l'organizzazione di eventi di sensibilizzazione avviene sul resto del Piemonte. Questo vale anche sul fronte della visibilità: se a Torino i giovani omosessuali sembrano più propensi al coming out, al contrario nei piccoli centri urbani e nei paesi c'è più resistenza e timore a vivere liberamente il proprio orientamento sessuale. Ciò che, invece, accomuna tutto il territorio è l'elevata percezione di omofobia nell'ambito scolastico.

In famiglia è sempre alla madre che viene svelata la propria omosessualità. E sempre le madri sono le prime a mettersi alla ricerca di aiuto e informazioni. Meno trainante il ruolo dei padri, che ne vengono a conoscenza solo in un secondo momento e, spesso, con l'intermediazione materna.

I risultati della ricerca sono stati illustrati per la prima volta l'8 ottobre a Torino. Poi lo saranno il 16 ottobre ad Alessandria e il 17 a Novara, in cui sarà anche proiettato il film di Claudio Cipelletti "Due volte genitori", che dà voce e volto alle esperienze dei familiari.

"Partendo dai risultati della ricerca, questi incontri - dichiara Giuliana Manica, assessore regionale alle Pari opportunità - si propongono come presentazione di conoscenze e strumenti disponibili per percorsi di formazione destinati a chi lavora con le famiglie, nei servizi socio-assistenziali come in ambito educativo, o nell'associazionismo familiare. La Regione si è posta l'obiettivo importante e difficile di andare verso il superamento di ogni forma di discriminazione, e ricordo che il Consiglio discuterà prossimamente un disegno di legge che ci fornirà utili strumenti e ci collocherà tra le Regioni più avanzate in questo senso.".

Per approfondire:

www.meltinglab.it

ju

Torino, 08/10/2008