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Il Piemonte chiede il federalismo differenziato

Su beni culturali, infrastrutture, ricerca, ambiente, sanità, previdenza

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Beni paesaggistici e culturali, infrastrutture, Università e ricerca scientifica, ambiente, organizzazione sanitarie e previdenza complementare integrativa per le persone non autosufficienti sono le materie per le quali la Regione Piemonte chiede al Governo ed al Parlamento il riconoscimento di un'autonomia differenziata, secondo quanto previsto dall'art.116, terzo comma, della Costituzione.

La delibera approvata il 29 luglio dal Consiglio regionale, che unifica le proposta della Giunta e quelle di alcuni consiglieri di minoranza, prevede nel dettaglio:

- le funzioni amministrative sui beni culturali di proprietà pubblica e privata e la potestà legislativa per valorizzarli e gestirli in modo da garantire una politica unitaria e coordinata in materia;

- la gestione delle reti stradali nazionali, delle strade non comprese nella rete autostradale e stradale nazionale, delle infrastrutture ferroviarie (binari, stazioni, ecc) che permetterebbero una migliore gestione complessiva assicurando ai cittadini una più elevata qualità dei servizi, della gestione governativa del lago Maggiore, il coinvolgimento nella programmazione, progettazione e realizzazione delle grandi reti di trasporto;

- il trasferimento di tutte le competenze statali sulla ricerca fondamentale connessa alla competitività delle imprese, compresi i trasferimenti strutturali e quelli economici di incentivazione allo sviluppo (rientro dei cervelli, istituzione di dottorati di ricerca o centri di eccellenza);

- il riconoscimento del diritto al risarcimento del danno ambientale nell'ipotesi di accertamento tra lo stesso e il territorio piemontese che subisce il danno, dell'organizzazione sanitaria e della previdenza complementare integrativa per le persone non autosufficienti.

Bresso e CalderoliIl testo della delibera viene ora trasmesso al Governo, con cui si avvia una negoziazione che deve sfociare in un'intesa da stipulare tra i presidenti del Consiglio e della Regione. L'intesa va quindi approvata con legge dello Stato a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera (legge rinforzata). In sede parlamentare può essere soltanto respinto o approvato, perché frutto di una negoziazione, e non può essere modificato senza una nuova intesa con la Regione. Qualora non vi sia consenso su singoli punti da parte della maggioranza parlamentare, il Governo è invitato a rinegoziare con la Regione i punti controversi e riportare successivamente il nuovo testo in Parlamento per la sua approvazione.

"Vogliamo contribuire - sostiene la presidente della Regione, Mercedes Bresso - a costruire un federalismo ordinato e cooperativo, che possa portare a competenze differenziate. Si tratta di materie che la Regione può dimostrare di saper governare bene con efficienza e in totale autonomia. Abbiamo deciso di non chiedere al Governo troppo fin da subito, per non rischiare di ottenere 'poco su tutto' ed abbiamo preferito concentrarci su determinate materie, e, su quelle, fare richieste incisive. Il federalismo - annota Bresso - semplifica la legislazione vigente e l'amministrazione e rende quindi la vita più facile ai cittadini. Crediamo quindi che, con la sua attuazione, potremo lavorare meglio e in un modo più efficiente".

La presidente ha presentato la delibera il 30 luglio a Roma al ministro Roberto Calderoli: "Adesso - ha osservato Bresso - parte la trattativa vera e propria con l'esecutivo; l'intesa sarà poi sottoposta a voto di ratifica dell’assemblea regionale e all’esame del Parlamento nazionale".

gg

Torino, 30/07/2008