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Nuova vita dei beni confiscati alla criminalità

Attuativa la legge regionale che contribuisce al riutilizzo

L'intervento dell'assessore Deorsola

Da luoghi di morte a centri di pubblica utilità: la Regione Piemonte scende in campo contro le mafie e, con un investimento di 400mila euro, contribuisce al riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata. E' questo uno degli effetti più importanti della l.r. 14/2007, diventata attuativa con l'approvazione del suo regolamento.
La nuova normativa - presentata l'11 febbraio a palazzo Lascaris dal presidente del Consiglio regionale, Davide Gariglio, dall'assessore regionale Sergio Deorsola, e da Davide Mattiello, referente in Piemonte di Libera (l'associazione ispiratrice del provvedimento) - prevede l'erogazione di contributi volti a consentire il riutilizzo e la funzione sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata e assegnati ai Comuni. L'esempio è quello della cascina Belfiore di San Sebastiano da Po, da dove partì 24 anni fa l'ordine di uccidere il procuratore capo di Torino, Bruno Caccia, e che l'anno scorso è stata affidata al Gruppo Abele di don Luigi Ciotti, che lo sta trasformando in una comunità per famiglie. La legge faciliterà la sua ristrutturazione e quella degli altri immobili - un centinaio in Piemonte - confiscati alla criminalità organizzata. Come lo stabile di via Salgari 7 a Torino, abbandonato dal 1999 quando venne sequestrato al camorrista Ciro Peloso e destinato a diventare un laboratorio linguistico, la cascina di Moncalvo (Asti) appartenuta al braccio destro di Bernardo Provenzano e quella del malavitoso Vito Riggio a Volvera (Torino). I contributi verranno assegnati attraverso un bando di prossima pubblicazione alle associazioni che hanno in gestione beni confiscati.
Altra novità della legge, che ha avuto come relatori i consiglieri Paola Pozzi e Giampiero Leo, è l'istituzione della Giornata regionale in ricordo delle vittime delle mafie, da celebrarsi ogni anno il 21 marzo.
"Un'iniziativa che nasce dalla condivisione da parte di tutte le forze politiche, del Consiglio regionale e della Giunta, con l'obiettivo di contrastare i fenomeni mafiosi - l'ha definita Deorsola - Una legge completa, che coinvolge diversi soggetti istituzionali perché opera attraverso più aspetti, dalla formazione del personale docente per l'educazione alla legalità nelle scuole al sostegno dei progetti per il recupero sociale dei beni confiscati".

gg, 11/02/2008