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Il bilancio dei primi tre anni di Giunta Bresso

Lo ha tracciato la presidente intervenendo in Consiglio

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La presidente Mercedes Bresso è intervenuta il 29 aprile in Consiglio regionale, all'inizio della discussione sui documenti finanziari del 2008, per tracciare un bilancio del lavoro svolto in questi primi tre anni di legislatura dalla Giunta e dalla maggioranza di centrosinistra che governa il Piemonte.
Queste le dichiarazioni rilasciate in aula:

"Giunti quasi al compimento del terzo anno di legislatura, accolgo volentieri l'invito a tracciare un bilancio dell'attività politico amministrativa fin qui svolta.
Dal punto di vista normativo, vale a dire dei provvedimenti legislativi, credo di poter dire che il programma nel suo complesso è stato portato a termine o è in via di realizzazione. Restano in parte da trasformare in atti concreti le leggi che abbiamo approvato e questo non è certamente un compito da poco perché i cittadini non sono attenti alle leggi, ma giustamente, agli effetti che queste producono sulla loro vita quotidiana.
All'atto dell'insediamento due erano i grandi criteri che ci hanno spinto a redigere e a proporre in quest'aula il nostro programma: creare una regione più competitiva; contribuire ad aumentare la coesione sociale. In altri termini volevamo un Piemonte insieme più dinamico e più solidale.

Posso dire con soddisfazione che siamo sulla buona strada.
I provvedimenti per migliorare la competitività sono ormai sotto gli occhi di tutti: la legge sulla ricerca, le azioni per attirare ingegni e capitali, gli sforzi per dare un assetto più efficiente alla nostra rete di trasporti materiali e immateriali, gli accordi con Fiat e Telecom, la spinta forte al sistema delle Università e del Politecnico, il restauro della Reggia di Venaria e le grandi mostre con la Fondazione Guggenheim a Vercelli, i piani per il turismo, la logistica, la mobilità, l'agricoltura e l'ambiente.

Ci aspettiamo molto, nei prossimi mesi, dai bandi che abbiamo appena lanciato per favorire il consumo delle energie da fonti rinnovabili: crediamo che possa essere una leva forte per far crescere il nostro sistema produttivo e insieme per raccogliere la sfida del XXI secolo.
Molto abbiamo pensato e fatto per portare in Piemonte risorse umane di qualità e capitali.

I dati dicono anche che, non soltanto grazie alla ripresa dell'auto, il Piemonte ha riacquistato quel dinamismo che sembrava aver perso nel corso della prima parte del decennio. Non crediamo che il merito sia solo nostro, ma abbiamo l'ambizione di presumere che abbiamo fatto quanto dovevamo per aiutare i piemontesi a fare quel che sanno fare bene: produrre e lavorare.

Trasporti efficienti, banda larga, alta formazione, internazionalizzazione, mobilità internazionale, semplificazione amministrativa: questo serve per essere competitivi e questo abbiamo costruito in questi tre anni, con un occhio particolare alla qualità dell'ambiente e del territorio, per il quale esiste un piano paesaggistico e per il quale abbiamo già portato in consiglio la nuova legge urbanistica regionale.

Al tempo stesso non abbiamo dimenticato la tutela delle fasce deboli. Abbiamo approvato il Piano casa, ridotto i ticket sanitari, diminuito l'addizionale Irpef per i redditi medio bassi, adottato interventi per gli anziani, per i lavoratori in difficoltà, per gli asili nido pubblici e privati.

Molto abbiamo fatto, ma molto di più potremmo fare se fosse applicato almeno in parte quel federalismo fiscale di cui molti parlano ma cui pochi hanno il coraggio di metter mano. Aspettiamo con fiducia le iniziative del Governo che sta per insediarsi; aspettiamo che i programmi elettorali e le promesse vengano onorati pienamente.
Ed è sul federalismo fiscale, sulla possibilità di premiare la dinamicità senza punire la solidarietà che non sono il Piemonte e non solo il Nord, ma l'intero Paese sono chiamati a giocare la scommessa più rischiosa.

Il federalismo privo della leva fiscale infatti rischia di essere impotente e inefficiente, incapace di rispondere alle attese dei cittadini che, avendo perso la fiducia nel centralismo, perderebbero per delusione anche quella per il federalismo. Ed è su questo tema che, da domani, questo Consiglio, maggioranza e opposizione, sarà chiamato alla prova più importante.

Infine, una considerazione sulla maggioranza regionale e il suo stato di salute. E' ovvio che quando si subisce una sconfitta politica-elettorale nazionale non si è contenti e ci si interroga, cercando di affrontare le ragioni della sconfitta. Ma tutto questo non ha nulla a che fare con la Regione. La maggioranza di centrosinistra ha fatto nel 2005 un patto con gli elettori su un programma preciso. Siamo convinti di avere rispettato puntualmente quel programma. Nessuno dei partiti di centrosinistra ha posto problemi politici e questa maggioranza sta bene.
Riteniamo, quindi, di avere diritto ad essere giudicati in base al nostro lavoro, a suo tempo, non sulla base di altre votazioni, altre alleanze e altre situazioni".

red

Torino, 29/04/2008