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Un artigianato a due velocità
La Regione dedicherà più attenzione alle imprese cellulari
"In Piemonte l'artigianato viaggia a due velocità: da un lato c'è un mondo che sta sul mercato e riesce a sfruttare la ripresa economica in atto, dall'altro la grande maggioranza di imprese artigiane "cellulari", che fanno fatica a recuperare e rischiano di rimanere indietro. La Regione deve focalizzare l'attenzione proprio su queste ultime e domandarsi se le ridotte dimensioni dipendano da una precisa volontà di rimanere piccoli o dalla mancanza di possibilità reali di crescita e di conseguenza attivare strategie mirate": sono le considerazioni espresse da Paolo Peveraro, vicepresidente e assessore alle Attività produttive della Regione, commentando un'indagine sul rapporto tra gli artigiani ed i servizi loro offerti dall'ente.
Condotta tra marzo ed aprile 2007 su un campione casuale di mille artigiani rappresentativi di tutti i settori di attività e dimensioni e di tutte le realtà provinciali, la ricerca, promossa dall'Osservatorio regionale dell'artigianato, ha mirato a sapere come la Regione è conosciuta e valutata dalla sua potenziale utenza, se le azioni in atto sono ritenute utili ed hanno raggiunto gli obiettivi desiderati, come viene apprezzata la qualità del servizio ricevuto dalla Regione.
I risultati: negli ultimi dodici mesi circa 6.000 artigiani su 134.000 hanno avuto contatti con gli uffici degli assessorati alle Attività produttive, al Lavoro, ai Trasporti e all'Ambiente (mediamente, ogni giorno lavorativo 30 artigiani hanno contattato un ufficio regionale); l'operato della Regione è valutato positivamente, in quanto il 48,4% si è dichiarato soddisfatto o pienamente soddisfatto del contatto mentre il 15,3% è rimasto scontento (ancora migliore la valutazione riscontrata dall'assessorato alle Attività produttive, del contatto con il quale il 68,5% è rimasto soddisfatto o molto soddisfatto e solo il 7,4% ha espresso una valutazione negativa); otto artigiani su dieci conoscono l'attività della Regione, sette su dieci i finanziamenti e i contributi per investimenti e innovazione, uno su dieci (ovvero 13.000 imprese) li ha usati nell'ultimo biennio; il 35% conosce i supporti per il finanziamento agevolato a sostegno degli investimenti e 8.000 aziende li hanno ottenuti.
Una seconda indagine ha riguardato le "Reti di imprese", le motivazioni alla base della scelta di cooperare e i vincoli in tal senso percepiti. Solo l'8% aderisce ad un consorzio o altre associazioni temporanee, marchi collettivi, raggruppamenti a termine, mentre il 61% è iscritto ad un'associazione di categoria. Sul versante delle reti informali , il 36% ha dichiarato di essere legato, in modo saltuario o abituale, da accordi con altre imprese artigiane: il più diffuso riguarda lo scambio informativo su aspetti tecnologici e commerciali. Sono più "cooperanti", nel complesso, le aziende più grandi e i titolari con titolo di studio elevato. Le imprese che hanno più frequenti rapporti informali con altre più facilmente partecipano anche a consorzi o altri raggruppamenti formali e più spesso utilizzano competenze esterne per qualificare produzioni e strategie sul mercato.
g.gio, 23/07/2007