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Varianti strutturali ai piani regolatori

Approvata legge sulla sperimentazione di nuove procedure

Sono ormai molte le Regioni italiane che hanno posto mano alla revisione degli strumenti di pianificazione territoriale. Non si tratta soltanto di meri processi di adeguamento dei "vecchi" piani territoriali a realtà regionali profondamente mutate, quanto di tentativi, molto diversificati tra loro nell'impostazione e negli esiti, di ridefinizione degli stili di intervento nel governo del territorio: ed in quest'ottica è stata approvata all'unanimità dal Consiglio regionale, nella seduta dell'11 gennaio, la legge sulla sperimentazione di nuove procedure per la formazione delle varianti strutturali ai piani regolatori generali.

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L'approvazione di questa legge è un fatto politico molto importante: per la prima volta, infatti, dopo tre legislature, l'amministrazione regionale pone finalmente mano ad una riforma del sistema di approvazione delle varianti che risale alla legge sulla tutela ed uso del suolo, la numero 56 del 1977. "Abbiamo scelto la strada della sperimentazione - afferma l'assessore alla pianificazione territoriale Sergio Conti - per consentire sin da subito di poter adottare le nuove procedure che hanno nella conferenza di pianificazione il loro punto cardine. In questo modo diamo delle risposte concrete alle istanze provenienti dal territorio, sia dai Comuni che dalle forze sociali".

"La conferenza di pianificazione, - spiega l'assessore - come luogo per l'applicazione del metodo della concertazione, viene introdotta dalla legge limitatamente alle varianti strutturali, ma potrebbe essere nel futuro estesa ad altre procedure di formazione ed approvazione di strumenti di pianificazione".

"Questo provvedimento, - aggiunge Conti - in attesa di una revisione organica sulla disciplina del governo del territorio, intende 'testare' la funzionalità e la praticabilità dei nuovi principi e delle nuove regole suggerite dall'esperienza. L'ambito di applicazione della legge riguarda le varianti strutturali ai piani regolatori e precisamente quelle adottate dopo l'entrata in vigore della legge stessa e dotate di caratteristiche di autentica 'variante', con esclusione di quelle che hanno contenuti che le rendono riconoscibili come nuovi piani regolatori o come varianti generali".

Il provvedimento, in attesa di una nuova legge regionale per il governo del territorio, inserisce le nuove modalità procedurali in un titolo a se stante della legge regionale 56/1977.

11/01/2007