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Due modelli per la Città della salute di Torinoo

Forte integrazione tra ricerca ed innovazioni tecnologiche

Laboratorio

La futura "Città della salute" di Torino dovrà essere concepita in modo innovativo, in grado di adattarsi ai mutamenti delle esigenze sanitarie che si verificheranno negli anni ed ospitare tra i 450 e i 700 posti letto per interventi ad alta complessità. I 700 posti rimanenti rispetto alle attuali dimensioni delle Molinette verranno ridistribuiti all'interno della rete ospedaliera cittadina.

Questo lo scenario delineato nel corso di un incontro svoltosi il 9 gennaio in Comune tra l'assessore regionale alla Tutela della salute e Sanità, Mario Valpreda, i direttore dell'assessorato, Vittorio Demicheli, e dell'Aress, Oscar Berretto, il sindaco Sergio Chiamparino, l'assessore comunale alla Salute e alle Politiche sociali, Marco Borgione.

Due i modelli su cui si concentrerà nei prossimi mesi la discussione: una struttura costruita in un'unica area, concepita in modo modulare, a forma di stella - con uno spazio centrale dedicato ai servizi generali e le punte dedicate ai percorsi diagnostici e terapeutici per le diverse patologie - e circondata da campus universitario, foresteria e laboratori per la ricerca; oppure, una struttura sempre modulare, ma distribuita in diversi punti di Torino. In entrambi i casi, la "Città della salute" presupporrà una forte integrazione tra ricerca clinica, assistenza sanitaria, sperimentazioni e innovazioni tecnologiche sfruttabili sul mercato, nella convinzione che una sanità di eccellenza e con forti capacità attrattative possa costituire, oltre che un soggetto erogatore di prestazioni sanitarie di alta qualità, anche un importante volano di sviluppo economico.

Nel corso della riunione è stata inoltre confermata la volontà di affrontare in un secondo momento il problema della localizzazione, dopo la stesura definitiva del progetto da parte dell'Aress. A questo proposito, è già stato fissato un calendario di riunioni che coinvolgeranno l'azienda sanitaria San Giovanni Battista, l'Università e tutti i soggetti interessati, al fine di definire congiuntamente con le parti interessate tutti gli aspetti. Il sindaco Chiamparino ha ribadito la sua piena disponibilità ad attivare, una volta giunti al termine del percorso, gli strumenti urbanistici necessari per un rapido avvio dei lavori di costruzione.

"È una questione complessa - commenta Valpreda - che non va risolta senza fare le dovute riflessioni né applicando un modello di semplificazione".

Torino, 10/01/2007