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La dispersione scolastica

Un'indagine ne studia cause e sintomi

Scuola e lavoro

Il fenomeno della dispersione scolastica e formativa nell'adolescenza, l'abbandono definitivo della scuola e della formazione, le situazioni sociali e familiari di disagio. Questi i temi al centro delle ricerche condotte dalla IARD Brambilla di Milano. L'indagine affronta il tema della dispersione, in termini di quantificazione del fenomeno e in termini qualitativi, chi colpisce e chi coinvolge. È necessario, sostengono gli esperti, riconoscere per tempo i "sintomi" che potrebbero portare ad abbandonare la scuola. Diverse sono infatti le forme di disagio, interiori (patologie depressive) per la maggior parte delle ragazze intervistate ed esteriori (atteggiamenti di devianza) per i ragazzi.

Emerge un prototipo ben preciso di ragazzo a rischio abbandono: maschio, di 14 anni, reduce da una serie di insuccessi o risultati scadenti soprattutto nella scuola secondaria e proveniente da un percorso scolastico in una scuola professionalizzante. Quattro, invece, le cause e i soggetti circostanti che spesso inducono all'abbandono: personali del ragazzo, socioculturali della famiglia, socioeconomiche del contesto e scolastiche. Il tasso di popolazione studentesca di scuola superiore che dal 2000 al 2005 ha abbandonato gli studi, è passata dallo 0,4% all'1,9%; coinvolgendo il 94,8% degli studenti degli istituti statali e il 5,2% di quelli provenienti da scuole non statali.

Lunedì 23 aprile alla Gam di Torino la ricerca è stata oggetto di un convegno al quale hanno partecipato il viceministro alla Pubblica Istruzione Mariangela Bastico, l'assessore all'istruzione e formazione professionale Giovanna Pentenero, Umberto D'Ottavio, assessore all'Istruzione per la Provincia di Torino e Francesco De Sanctis, direttore generale Ufficio Scolastico Regionale.

Per il viceministro Bastico "è un fenomeno, quello della dispersione, che il nostro paese non può permettersi. Proprio per questo abbiamo deciso di privilegiare la rapidità dei tempi e l'efficacia normativa dei nostri provvedimenti riguardanti scuola e formazione. Una strada possibile potrebbe essere quella di affiancare alle competenze i contenuti e comunicarli ai ragazzi attraverso nuovi linguaggi, diversi da quello verbale, non più sufficiente e non più riconosciuto abbastanza autorevole".

"A livello regionale - ha specificato l'assessore Pentenero - per far fronte alla dispersione, stiamo lavorando su sei fronti differenti: il dimensionamento scolastico come strumento di programmazione; la revisione delle attività curriculari; un atto di indirizzo per migliorare l'orientamento; il disegno di legge sul diritto allo studio; una legge quadro sul titolo V della costituzione per accrescere l'integrazione tra il sistema dell'istruzione e della formazione e un'anagrafe degli studenti condivisa".

Torino, 23/04/2007