Contenuto principale

archivio scenari

Scuole di montagna, nessuna chiusura

Lo promette il ministro Fiorono a Domodossola

foto notizia

"L'istruzione è un diritto di tutti i cittadini e, in un Paese per la metà montano con 7.000 Comuni con meno di 5.000 abitanti, lo Stato ha il dovere di tutelare le scuole di montagna. Se le chiudiamo, chiudiamo i paesi montani. Credo non ci sia un Parlamento disponibile a rimetterne in discussione l'esistenza. Se tre insegnanti per dieci alunni sono uno spreco a Torino, Roma o Milano, e lo dobbiamo subito rivedere, tre insegnanti anche per cinque allievi in montagna sono una scelta di democrazia".
Sono le rassicuranti parole pronunciate dal ministro dell'Istruzione, Giuseppe Fioroni, al convegno "A scuola in montagna. Piccole. grandi scuole", che si è tenuto il 20 settembre a Domodossola su iniziativa degli assessorati regionali all'Istruzione e alla Montagna in collaborazione con l'Ufficio scolastico regionale e al quale hanno partecipato esponenti di 40 Comunità montane su 48, numerosi sindaci ed operatori scolastici. Per tutti una preoccupazione: i processi di "razionalizzazione" annunciati per contenere la spesa pubblica non devono trasformarsi in ulteriori tagli al servizio scolastico nelle aree montane.

da sx: ass Sibille, Enrico Borghi (pres Uncem nazionale), il ministro Fioroni, il moderatore De Paolo di Famiglia Cristiana,  Anna Maria Dominici (direttore Ufficio scolastico regionale), ass. Pentenero

"Le scuole - ha sottolineato l'assessore regionale alla Montagna, Bruna Sibille - sono il nucleo centrale attorno al quale si appoggiano le nuove famiglie che stanno ripopolando le nostre montagne". " La Regione - ha aggiunto la collega all'Istruzione, Gianna Pentenero - ogni anno interviene economicamente per sostenere l'offerta formativa e la qualità del servizio, ma lo Stato deve fare la sua parte e non applicare criteri di pura ragioneria per decidere se tenere aperte delle scuole che non raggiungono i parametri nazionali di iscritti".
I problemi delle scuole di montagna - che in Piemonte sono frequentate da 82.000 studenti raggruppati in 4.400 classi - sono stati riassunti da Pentenero in promemoria per la formulazione della nuova legge finanziaria: rivedere i parametri dei minimi di studenti iscritti per tenere aperte le scuole; incentivare gli insegnanti che lavorano nelle scuole di montagna affinché vi rimangano per un numero di anni sufficienti a garantire la continuità didattica; sostenere la sperimentazione e l'utilizzo di nuove tecnologie di comunicazione; realizzare un piano di rilancio dell'edilizia scolastica. "Non stiamo chiedendo l'elemosina per difendere l'esistente - ha osservato Sibille - Abbiamo l'ambizione di potenziare l'offerta formativa nelle scuole di montagna perché possano attrarre nuovi iscritti anche dalla pianura e contribuire allo sviluppo più generale dei nostri territori montani".

Torino, 20/09/2006