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Esordio in Europa per le Regioni italiane, ammesse al consiglio dei ministri UE

Per competitività e innovazione, fondi per 110 miliardi di euro

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È giunto in dirittura d'arrivo il quadro strategico nazionale per la politica regionale di sviluppo relativo alle risorse della politica di coesione che per l'Italia, nel periodo 2007-2013, saranno complessivamente pari a 110 miliardi di euro. Lo ha annunciato il sottosegretario allo Sviluppo economico Filippo Bubbico unitamente alla presidente del Piemonte Mercedes Bresso, a Bruxelles, al termine del consiglio informale dei ministri Ue per la Politica regionale.
Un bell'esordio in Europa per le Regioni italiane che con l'ammissione al consiglio dei ministri UE, l'appuntamento è previsto per metà del mese di dicembre, quando si discuterà degli strumenti da utilizzare per incrementare la quota di innovazione nell'utilizzo dei fondi europei ad esse destinati, permetterà alle Regioni di far sentire la loro voce.
Il piano dell'Italia, dopo gli ultimi aggiustamenti tecnici, sarà portato all'esame, il 14 dicembre prossimo, della conferenza congiunta tra Stato, Regioni ed autonomie locali, all'interno della quale, la presidente Bresso possiede la delega agli Affari Europei, e potrà essere varato con ogni probabilità entro al fine dell'anno, quindi con alcuni mesi di anticipo rispetto alla scadenza ultima indicata da Bruxelles. Questo consentirà, ha rilevato Bresso, di ottimizzare la programmazione strategica dei fondi sempre più mirata verso la crescita e l'innovazione.
Bubbico, durante l'incontro, ha tracciato un quadro positivo dell'utilizzo dei fondi strutturali destinati sia alle regioni del centro-nord (ex obiettivo 2 ora competitività) sia a quelle del Mezzogiorno (ex obiettivo 1 ora convergenza) per la programmazione che sta per chiudersi (2000-2006) con un utilizzo - ha detto - "al 100% delle risorse giunte da Bruxelles".
Mercedes Bresso"La partecipazione delle Regioni al consiglio europeo - ha sottolineato, invece, la presidente Bresso - dipende dalle legislazioni nazionali. Prima dell'Italia soltanto Belgio e Germania hanno ammesso le loro Regioni come partecipanti a pieno titolo del consiglio dei ministri europei. E' un altro pezzetto di federalismo che si compie, ma soprattutto è l'occasione per fare sentire la voce delle Regioni in Europa".
Nella prossima tornata di fondi europei, le Regioni 'Obiettivo 2' come il Piemonte dovranno obbligatoriamente impiegare il 75% delle risorse sugli obiettivi indicati dalla strategia di Lisbona: competitività, innovazione e capitale umano. In Italia di tratta di fondi strutturali per 15 miliardi e 300 milioni di euro che in Piemonte, per esempio, originano una dotazione complessiva di due miliardi e 100 milioni (incluso il cofinanziamento statale e regionale).
La presidente Bresso, commentando la presenza a pieno titolo delle regioni italiane nel consiglio dei ministri europei, non ha escluso in futuro che per alcune materie di specifica competenza regionale, un rappresentante di Regione possa assumere anche il ruolo di capo-delegazione nazionale al posto del ministro.
In Piemonte l'assessore con delega a Innovazione e Ricerca, Andrea Bairati, ha già fatto approvare, in giunta, un documento di programmazione che destina il 46% del Fesr (Fondo Europeo per lo sviluppo regionale) alle politiche per l' innovazione. Il 25% sarà destinato alla politica energetica, per finanziare la ricerca nel campo delle energie alternative. Poco meno del 30% sarà lasciato a disposizione di tutti gli altri investimenti sul territorio.

Torino, 21/11/2006