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Minorenni autori di reati

Investire sui valori della legalità e della responsabilità

la presidente della Regione Piemonte e l'assessore regionale al Welfare e Lavoro, Teresa Angela Migliasso Mercedes Bresso

Più attenzione, da oggi, in Piemonte, per i minori autori di reati. Sono stati, infatti, incrementati con la firma del "Protocollo di intesa per la prosecuzione del Progetto Riparazione", gli interventi di giustizia riparativa, in alternativa alle tradizionali misure penali.
La sottoscrizione impegna reciprocamente la Regione Piemonte, il Centro per la Giustizia Minorile del Piemonte e Valle d'Aosta, il Comune di Torino, la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni ed il Tribunale per i minorenni di Torino e prevede per gli autori di reato, sotto i diciotto anni, percorsi educativi e riparativi, con l'applicazione di misure alternative al carcere, come l'impiego in attività socialmente utili e l'instaurazione di un dialogo con la vittima.
"Il Progetto Riparazione agisce investendo sui valori della legalità e della responsabilità reciproca, laddove è già avvenuto un reato ma esistono le condizioni per una mediazione e quindi per una riparazione concordata con le vittime e per una presa di coscienza responsabile di chi ha compiuto il reato - hanno dichiarato la presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, prima firmataria, e l'assessore regionale al Welfare e Lavoro, Teresa Angela Migliasso, promotrice dell'iniziativa - "Si tratta di un'esperienza, già avviata sperimentalmente, che oggi si qualifica con un impegno crescente della Regione Piemonte e con l'avvio di iniziative innovative di informazione, sensibilizzazione e prevenzione".
Antonio Pappalardo, direttore del Centro per la giustizia minorile del Piemonte e della Valle d'Aosta e Ennio Tommaselli, Procuratore Capo presso il Tribunale per i Minorenni di Torino"Ci sono tecniche di riparazione e mediazione - ha specificato ancora Bresso - che aiutano i ragazzi minorenni a riflettere sul perché hanno commesso un reato e di conseguenza li inducono a non farlo più. Sono attività socialmente utili che ottengono risultati migliori del carcere minorile. Nessun ragazzo nasce delinquente, per questo bisogna optare per provvedimenti che sottendano una concezione di giustizia non punitiva ma rieducativi. Noi chiederemo al governo nazionale una legge che renda questi percorsi riparativi normali, in modo che vengano adottati come ordinari e non solo come sperimentali".
La volontà di avviare una sperimentazione nell'ambito della Giustizia Riparativa è nata nei primi anni Novanta su impulso della Magistratura minorile torinese, del Centro Giustizia Minorile, della Regione Piemonte e del Comune di Torino. Nacque così il Centro Pilota per la Mediazione Penale che consentì progressivamente la diffusione di una cultura della riparazione attraverso l'attivazione di percorsi di Attività di Utilità Sociale.
"Oggi - ha sottolineato Antonio Pappalardo, direttore del Centro per la giustizia minorile del Piemonte e della Valle d'Aosta - vogliamo riportare all'attenzione anche l'importanza della prevenzione primaria, attraverso azioni da realizzare in stretta connessione con le istituzioni scolastiche, luoghi in cui sempre più precocemente si manifestano conflitti che degenerano in episodi di violenza tra coetanei".
Il ruolo della Procura nella elaborazione del progetto è stato evidenziato da Ennio Tommaselli, Procuratore Capo presso il Tribunale per i Minorenni di Torino "Un ruolo teso ad ampliare gli spazi concreti in cui possono prendere forma e corpo le attività ‘riparative' e soprattutto a far sì che la giustizia riparativa non venga intesa come una giustizia parallela a quella classica, ma ne diventi uno degli sbocchi concreti". "La riparazione - ha concluso il Procuratore - è del tutto coerente con i principi ispiratori del processo penale minorile, oltre che con concetti-cardine di Protocolli internazionali ai quali il nostro Paese ha da tempo aderito. La Procura minorile di Torino continuerà, con rinnovato impegno, a fare la sua parte rispetto a questo Progetto, con i suoi magistrati, il personale amministrativo e della Sezione di polizia giudiziaria costituita presso la Procura".

Torino, 14/11/2006