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Rendere la Costituzione europea più vicina ai cittadini

Riattivare il processo di integrazione

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La presidente della Regione, Mercedes Bresso, ne è profondamente convinta: "E' necessario riaprire il processo di unificazione europea, fermatosi anche per un difetto di comunicazione che nei cittadini di alcuni Paesi europei ha portato a far prevalere i timori derivanti dall'allargamento. Si è temuto per la tenuta del sistema istituzionale.

Tuttavia, il processo deve e può andare avanti. Occorre pertanto affidare ad una nuova convenzione un mandato limitato per cambiare alcune parti della Costituzione, in modo da renderle più vicine ai cittadini".

E per evitare che il meccanismo intergovernativo a 27 nazioni possa bloccarsi per il veto di una sola di esse, propone "di costruire un sistema istituzionale che riesca a prendere decisioni pur mantenendo la singolarità europea di una forte identità nazionale".

Il processo, secondo Bresso, "può e deve andare avanti usufruendo del dibattito sul Piano D, che per noi comprende, oltre a Democrazia, Dialogo e Dibattito, anche un'altra D, quella del Decentramento. Proprio per questo riteniamo importante che tutte le istituzioni italiane partecipino alla discussione sul futuro dell'Unione Europea".

La Presidente Mercedes BressoDiscussione che è avvenuta anche in Consiglio regionale, al termine della quale è approvato un ordine del giorno presentato dalla stessa Bresso e dal presidente dell'assemblea, Davide Gariglio, che impegna il Consiglio a mobilitare i cittadini sui temi europei che hanno maggiore incidenza sulla loro vita in modo da favorire una partecipazione più consapevole alla costruzione del progetto, a richiedere ai propri eletti di operare di concerto per stabilire un legame democratico tra l'UE e i cittadini, raccogliendo le istanze di questi ultimi, ad incoraggiare l'introduzione nei programmi scolastici di corsi di educazione civica su il significato del progetto europeo, i suoi valori costitutivi, la genesi e le sfide per il futuro. Il documento avanza inoltre una precisa serie di richieste: all'Unione Europea che "la politica comunitaria sia rivolta particolarmente ad affrontare i problemi che più stanno a cuore ai cittadini, come ambiente, immigrazione, inclusione sociale, difesa dei beni pubblici e dei sistemi di welfare più avanzati"; alla delegazione italiana del Comitato delle Regioni di "'essere un tramite visibile tra i sistemi delle autonomie e l'UE", facendosi fra l'altro "latore delle aspettative locali nel disegno europeo"; ai media che "l'informazione e la comunicazione dell'UE sull'UE siano considerate un fondamento indispensabile della loro opera di informazione e divulgazione".

Nel lungo intervento, partito dalle radici storiche dell'europeismo che ha visto partire dall'Italia e dal Manifesto di Ventotene il progetto federale europeo, Bresso ha ricordato che il processo di integrazione europeo rappresenta "un caso quasi unico al mondo di allargamento secondo i principi della pace e non legato alle guerre di conquista storiche Questo anche se, quando Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi ne gettavano le radici, in Europa era ancora in corso la seconda guerra mondiale".

Da ricordare anche, come ha sottolineato Gariglio, "la vocazione europeistica del Consiglio piemontese, che già nel 1976 istituì, primo in Italia, la Consulta Europea e da allora, senza interruzione, con convinzione e impegno, ha contribuito alla costruzione di uno spazio comunitario condiviso dai cittadini".

07/12/2006