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I problemi del mercato delle nocciole

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L'assessore regionale all'Agricoltura, Mino Taricco, ha inviato il 25 settembre una lettera al ministro per le Politiche agricole, Luca Zaia, sulle problematiche che interessano il settore della nocciola in Piemonte: il rischio di innalzamento della soglia ammessa di "aflatossine", che desta preoccupazione in termini di sicurezza alimentare, in particolare per il prodotto di provenienza extra-UE; la necessità di tutelare al meglio la nocciola italiana nell'attuale situazione di mercato, che vede una forte concorrenza di prodotto turco.
Il Codex Alimentarius (codice normativo in materia alimentare che fa capo a una Commissione internazionale) ha recentemente approvato nuove soglie per il contenuto in aflatossine delle nocciole (micotossine prodotte da funghi che attaccano le piante e i prodotti alimentari): il livello massimo ammissibile passerebbe da 3 a 10 ppb (parte per bilione) per il prodotto destinato al consumo e a 15 ppb per quello destinato alla trasformazione industriale. "È una situazione preoccupante  - afferma Taricco - che, a mio avviso, non tiene in considerazione la provata pericolosità delle aflatossine quali agenti cancerogeni e potrebbe dar luogo ad una revisione in aumento degli attuali limiti vigenti nell'Unione Europea. Inoltre riteniamo sia assolutamente necessario estendere e potenziare le attività di controllo sulle importazioni, che sono oggi limitate al 5% della merce in arrivo, al fine di salvaguardare adeguatamente la sicurezza alimentare dei cittadini europei e italiani".
Un secondo fattore di preoccupazione è l'attuale situazione di mercato, nella quale il prodotto italiano, e in particolare quello di qualità superiore come il piemontese, è sottoposto alle forti pressioni della produzione turca, che la Commissione Europea stima in circa 900.000 tonnellate per il 2008, quantitativo superiore al consumo mondiale. Nel contempo, l'innalzamento dei limiti delle aflatossine consentirebbe l'approdo sul mercato di prodotto qualitativamente inferiore e sanitariamente più rischioso. "Sono evidenti le ripercussioni negative che si avrebbero sul prodotto italiano - sottolinea Taricco - caratterizzato da standard più alti di qualità e sicurezza rispetto a prodotti esteri meno controllati. Ritengo che il nostro Paese debba intervenire con decisione a livello comunitario per  salvaguardare, contemporaneamente, la salute dei cittadini ed i produttori di nocciole".
In Piemonte la produzione si estende su circa 13.000 ettari e riguarda oltre 7000 aziende: oltre il 75% si concentra in provincia di Cuneo, il 14% in provincia di Asti, il 5% in provincia di Alessandria. Ogni anno ammonta ad oltre 5400 tonnellate, di cui circa 2700 certificate  Nocciola Piemonte IGP (Indicazione Geografica Protetta).

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Torino, 25/09/2008