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Trattamento dell’ictus cerebrale

Trattamento dell’ictus cerebrale

Migliorerà in Piemonte l’assistenza ai pazienti colpiti da ictus cerebrale. La Giunta regionale ha approvato il 27 ottobre le nuove linee d’indirizzo per ottimizzare i percorsi di trattamento dei soggetti colpiti da questa patologia, che rappresenta oggi in Italia la prima causa d’invalidità permanente, la seconda di demenza e la terza di morte. Ora le singole aziende sanitarie avranno tempo fino al 30 giugno 2009 per elaborare, ciascuna sulla base delle specificità del proprio territorio, il piano per l’attuazione delle disposizioni regionali.

«Un’analisi delle schede di dimissioni ospedaliere ha evidenziato come nel 2006 in Piemonte siano state dimesse con diagnosi di vasculopatia cerebrale 16.446 persone - rileva l’assessore alla Tutela della salute e Sanità, Eleonora Artesio - Date le dimensioni epidemiologiche e il rilievo sociale del problema, abbiamo ritenuto opportuno attivare presso l’Aress un tavolo di lavoro, composto da numerosi specialisti, che analizzasse lo stato attuale degli interventi e formulasse delle proposte per ridefinire i percorsi di cura alla luce delle indicazioni fornite dalle prove di evidenza scientifica».

Due, in particolare, le azioni che si sono dimostrate di efficacia fondamentale nel trattamento dell’ictus nella fase acuta: il ricovero in strutture dedicate (denominate “stroke unit” o “centri ictus”), e la terapia trombolitica nel caso dell’ictus ischemico. Nel documento adottato viene pertanto riconosciuta particolare importanza alla necessità di creare sul territorio regionale una capillare rete di “stroke unit”, cioè di aree dedicate, generalmente nell’ambito di un reparto a carattere neurologico, dove vi sia un numero di letti esclusivamente adibito al ricovero di soggetti colpiti da ictus acuto, assistiti da personale medico e infermieristico con formazione ed esperienza in ambito cerebrovascolare e con inizio precoce del trattamento riabilitativo. «In base al numero di ricoveri che si verificano ogni anno - aggiunge Artesio - a regime dovranno esserci almeno 20 posti ogni 200mila abitanti dedicati all’ictus, organizzati sotto forma di “stroke unit”. Di questi 20, inoltre, almeno sei dovranno essere equipaggiati per il monitoraggio dei parametri vitali e considerati unità a più alta intensità assistenziale».

Inoltre, ai 19 ospedali piemontesi già autorizzati ad effettuare la trombolisi nel caso di ictus ischemico acuto, si accreditano altre due strutture - il Martini di Torino e l’ospedale di Biella - e viene assegnato un ruolo centrale alla prevenzione secondaria. A questo scopo, è prevista anche la creazione un «Registro degli ictus”, con l’utilizzo di strumenti informatici che consentano di seguire da vicino il percorso dei pazienti.

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Torino, 27/10/2008