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Riforma delle Comunità montane

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Il numero delle Comunità montane piemontesi sarà ridotto da 48 a 31, secondo un’aggregazione stabilita da un disegno di legge approvato il 5 maggio dalla Giunta regionale per concorrere al raggiungimento degli obiettivi di risparmio prefissati dalla Legge finanziaria 2008 dello Stato.

Il testo, che passa ora all’esame del Consiglio, prevede inoltre l’attribuzione alle Comunità montane della titolarità di funzioni proprie in materia di artigianato artistico e tipico, energia, patrimonio forestale, produzioni tipiche e turismo e introduce l’obbligo di gestire in forma associata funzioni e servizi già delegati ai Comuni dalla Regione, al fine di migliorare i servizi erogati alle popolazioni di montagna.

Nell’ottica della razionalizzazione degli apparati istituzionali, il ddl introduce un nuovo sistema ad elezione “diretta” del presidente da parte dei consigli dei paesi appartenenti alla Comunità. Modulato su quello dei centri con oltre 15.000 abitanti, vuole rendere il governo di questi enti più stabile e meno dipendente dalla variabilità politica delle varie amministrazioni comunali e permettere una riduzione molto consistente del numero degli amministratori, che abbinata alla diminuzione delle relative indennità contribuisce all’obiettivo di risparmio stabilito dalla Finanziaria garantendo nel contempo il rispetto del principio di rappresentatività delle minoranze a livello di Comunità montana e non più dei singoli Comuni. E’ prevista una forte riduzione del numero dei consiglieri, calcolato in base alla popolazione e mai inferiore al numero dei Comuni. Gli assessori saranno quattro per le Comunità con meno di 30mila abitanti, sei per quelle con oltre 30mila unità. Le indennità verranno rapportate a quelle degli amministratori dei Comuni con meno di 10mila abitanti.

Altra novità è l’introduzione dell’assemblea dei sindaci, che permetterà a tutti i Comuni di partecipare alla vita dell’ente in quanto dovrà esprimere parere obbligatorio sulle decisioni fondamentali della Comunità e vincolante in materia di gestione associata delle funzioni e dei servizi comunali.

“Il disegno di legge - sintetizza l’assessore regionale allo Sviluppo della montagna, Bruna Sibille - si basa su tre pilastri fondamentali: un ridisegno dei confini territoriali per avere enti di dimensioni sufficienti a svolgere gli importanti compiti cui sono chiamati; un sistema rappresentativo e di governo più snello; un’attribuzione chiara di ruoli nella manutenzione, gestione e sviluppo del territorio. Non ci siamo così sottratti al vincolo posto dal Governo e lo abbiamo utilizzato come un’opportunità per ripensare al ruolo di enti fondamentali in un territorio fragile, ma al contempo ricco di risorse come la montagna”.

st

Torino, 06/05/2008