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Legge 194

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"A trent'anni dall'entrata in vigore della legge 194, i dati sulle interruzioni volontarie di gravidanza evidenziano come la legge abbia raggiunto nel corso del tempo gli obiettivi che si prefiggeva: tutelare la maternità e la salute della donna, promuovere la contraccezione e il diritto a una procreazione cosciente e responsabile, ridurre l'incidenza del numero di aborti": è quanto ha dichiarato l'assessore alla Tutela della salute e Sanità, Eleonora Artesio, intervenendo nel dibattito sull'argomento tenutosi il 29 gennaio in Consiglio regionale.

Anche in Piemonte si conferma il trend discendente nazionale, anche se in maniera più contenuta: il tasso di abortività tra il 2005 e il 2006 è sceso dell'1,2 per cento. "Ciò è dovuto - ha precisato Artesio - ad una forte presenza di donne immigrate, che in media ricorrono all'interruzione volontaria di gravidanza in misura tre volte superiore alle italiane". A questo proposito ha citato i risultati di un'indagine dell'Agenzia di sanità pubblica del Lazio, da cui si evince come le motivazioni che spingono le cittadine straniere ad abortire siano, nella maggior parte dei casi, le difficoltà economiche, la precarietà della propria condizione o la paura di perdere il lavoro.

In merito ai consultori, l'assessore ha ribadito come sia non solo errato, ma anche ingeneroso verso coloro che vi lavorano, descriverli come luoghi in cui ci si limiti alla prescrizione dell'interruzione di gravidanza: "In questo senso è la stessa 194 che stabilisce la procedura che il personale delle strutture sanitarie pubbliche deve adottare, e che prevede, oltre agli accertamenti medici, anche che si cerchi, laddove possibile, di aiutare la donna a risolvere i problemi alla base della sua decisione di abortire. Approccio che in Piemonte viene garantito grazie anche all'adozione di raccomandazioni e protocolli condivisi e al coinvolgimento nei consultori di professionisti, come gli psicologi e gli assistenti sociali, che assicurano alle pazienti accoglienza, ascolto e sostegno, per consentire loro di arrivare a una scelta davvero responsabile".

Per quanto concerne, infine, le linee di azione per il futuro, Artesio ha concluso: "Le criticità oggi esistenti in Piemonte attengono per lo più ad un'ancora troppo disomogenea distribuzione sul territorio delle risorse e degli organici dei consultori, in particolare per quanto riguarda la presenza di medici non obiettori. Non bisogna infatti dimenticare come la 194 metta in capo alle Regioni anche l'obbligo di assicurare in tutte le strutture l'applicazione della legge, anche attraverso la mobilità del personale. In questo senso, è nostra intenzione, nel continuare l'opera di rafforzamento dei consultori già avviata, fare in modo che in tutte le sedi vengano garantite le medesime opportunità, anche con la nomina in ciascuna di un referente responsabile".

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Torino, 29/01/2008